(anche per rispetto nei confronti di chi milita in questi spazi solo con l'intenzione di discutere di cinema e letteratura senza doversi necessariamente sorbire ingombranti ingerenze da parte dell'ego del titolare - ovviamente, in realtà l'intero blog è un mero altarino autopromozionale, ma esiste, ça va sans dire, una sorta di bon ton che prevede la giusta discrezione nel parlar di sé - da qualche tempo avevamo abdicato alla pubblicazione dei nostri esperimenti extra-narrativi per focalizzare l'attenzione sul lavoro editoriale. Poiché da più parti ci è però giunto l'invito a mostrare qualche prova - qualche tentativo, suvvia! - dell'epoca in cui non era tanto la penna quanto i pennelli e la china ad animare il nostro fuoco sacro, pubblichiamo con un certo narcisistico imbarazzo un paio di tavole in toni di grigio risalenti al 1995. Sono passati venti anni, eravamo giovani, credevamo nell'amicizia e nell'amore e gli attuali software Adobe erano per noi continenti sconosciuti al pari di Atlantide. Questo è quanto: sono disegni imperfetti e derivativi, fuor di dubbio, stiamo parlando di anni in cui appena quattro peli affumicavano i nostri menti glabri e non sapevamo davvero granché né dell'oggi né del domani, eppure riteniamo conservino ancora intatto quel certo non so che, probabilmente poco più che un sottile fascino post-puberale, magari percepibile solo da chi, su quei vecchi Fabriano Multipaper ruvidi grammatura 200, ci ha passato le nottate illudendosi che un giorno chissà che... :-) (click on to enlarge)
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