"Caro Massimo, ti ringraziamo per le foto e gli articoli che ci dedichi,
e per la tua poesia su Positano che chiami blog, tu sei parte di noi,
non solo perché sei il nostro Direttore della fotografia, ma perché
insieme condividiamo l'amore per ciò che è arte, passione, visioni."
.
organizzata dal Forum dei Giovani di Scala e della Costiera dei
Giovani a cui abbiamo partecipato con gioia, ed emozione, recitando
nei teatro dell'Anspi di Scala.
(bellissima la mostra fotografica di Adele Filomena).
Come per la prima edizione abbiamo ricevuto una bella
accoglienza, tanto calore, e un pubblico molto attento, capace di
cogliere le sfumature e le metafore dello spettacolo, anche se quello
che ci ha emozionato di più, come al solito sono il pubblico dei
bambini, la loro purezza e semplicità, le loro risate, vederli così
attenti poi, ci ha gratificato più di tutto.
Alla fine, siamo anche
stati premiati, ma questo è un fatto secondario, ma non è un
disprezzare, anzi!
La “paternale” giuria, composta dai decani del
teatro in Costiera, ha dato una chiara motivazione, prima di consegnare
le targhe: il premio non è un essere più bravo di, ma semplicemente un
indicazione, un esortazione a capire che possiamo dare di più, a fare
meglio.
Se le targhe ricevute racchiudono in se tutte le emozioni del
pubblico e le nostre.
Se racchiudono un ora di spettacolo in cui non
solo I Murattori, ma Scala e la Costiera tutta, erano li su un palco,
come in una piazza virtuale, a divertirsi, a confrontarsi e a ridere
anche di noi stessi e dei nostri difetti.
Se racchiudono in se i legami
con le belle persone e colleghi che abbiamo avuto il piacere di
conoscere e ammirare nei loro spettacoli, allora significa che valgono
davvero molto.Ma se quelle targhe devono valere per quello che c'è scritto: miglior... ecc eccallora il loro valore almeno per noi è nullo. Gian Maria ci ricorda spesso che è il teatro per la gente, e non viceversa, che siamo noi per il pubblico, e non il pubblico per noi... ed è per il Noi che bisogna recitare, non per l'io.Noi Murattori (quando ci riusciamo) emozionando, ci emozioniamo, cresciamo, ci confrontiamo, ritorniamo a casa più “ricchi”, recitare è come amare, certo non sempre l'amore che si da viene capito, apprezzato, ricambiato, eppure dobbiamo continuare ad amare... a recitare. Se entriamo nell'ordine della competizione non è più teatro, non è più amore, ma la cultura del proprio ego, e di questo non abbiamo proprio bisogno, critichiamo giustamente i nostri politici, le loro manovre, i loro salari rendite, e ci rendiamo conto ogni giorno di più che sono così distanti da Noi, e dall'idea che devono servire, e non servirsi, da sembrare alieni, e nulla sembra cambiare.Si può fare una “rivoluzione” facendo teatro? Noi pensiamo di si, basta pensare e cominciare da e con il Noi, e tutto il resto verrà da se...Quindi grazie a tutti, a Scala e ai suoi abitanti, ai Forum, alle altre compagnie, all'Anspi, alla Costiera, alla giuria e agli organi di stampa, insomma grazie a tutti voi... ops scusate volevamo dire a tutti Noi