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Una lettera dalla Polonia : l’Eco di Basilicata non può essere soltanto un notiziario religioso

Creato il 01 gennaio 2013 da Ecodibasilicata

 

(Un filo di musica dedicato a chi legge questo articolo) 

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“Dalla sigla del mio indirizzo e-mail potrà desumere il paese cui appartiene il mio dominio. Le esprimo tutta la mia ammirazione per il pregevole quindicinale da Ella redatto. Tuttavia debbo constatare che sono molteplici le notizie di carattere religioso (ordinazioni, sacerdoti vari ed eventuali) che si possono leggere sul giornale. Essendo  un quindicinale ultraregionale le notizie potrebbero essere anche più plurali senza evidenziare sempre gli eventi che riguardano il clero. È bene che i sacerdoti lavorino nel nascondimento; non si preoccupi tanto di dover riempire le pagine del giornale sfruttando fatti che rientrano nel foro interno (cioè l’esclusivo rapporto del fedele con la divinità).  Pace e Bene”.

Questa missiva inviata all’indirizzo di posta elettronica dell’Eco mi ha molto stuzzicato. Ho risposto già privatamente al lettore/lettrice evidenziando che ha quasi completamente ragione. Anch’io noto una presenza forse eccessiva. Ma davvero non è facile stampare 40 pagine ogni quindici giorni.  Non è facile cercare notizie “originali”. Con gli amici più volte abbiamo dibattuto se non sia il caso di ridurre le pagine per avere il tempo di curarne di più la qualità. Non sempre il “prodotto Eco” è all’altezza della situazione.

La lettera dalla Polonia evidenzia una presenza eccessiva di “cose religiose”. Proviamo per un attimo a vivere una suggestione: se cancellassimo dal 2013 tutte le  iniziative  religiose e tradizoonali (legate al 99% alla chiesa) dei nostri paesi, cosa rimarrebbe da raccontare?

Certo: la vita politica, la vita amministrativa… molti però sono a dirci…che noia che barba, che barba che noia (utilizzando una riuscita battuta della compianta Sandra Mondaini).

Certo: potremmo impegnarci ad evidenziare l’inquinamento dei fiumi…molti però sono a dirci… basta con le paginate su Libera, che noia che barba, che barba che noia.

Certo: potremmo raccontare la cultura e la presentazione di libri…molti però sono a dirci…che pxxxe, basta! Che noia che barba, che barba che noia.

Insomma, non è facile scegliere una linea precisa. Tra l’altro la quindicinalità non ti permette d seguire lo sport nel modo giusto, meno che mai la cronaca. Cerchiamo di  fare un mix di argomenti, parlando anche di cose religiose certo. L’Eco guarda con estremo interesse al mondo cattolico, probabilmente perchè la “scintilla” di questo periodico è schioccata 30 anni fa in una casa canonica sommersa di carte e giornali.

Ricordo il mio primo articolo su “Echi di vita parrocchiale”, e sulle serate interminabili a fare il “panino”. Il parroco del tempo (don Gaetano Giordano, precursore in tutto) inseriva in un periodico nazionale alcuni fogli di attività locali. A me toccava il compito con altri di infilare i fogli all’interno  delle pagine patinate che arrivano da Torino ogni mese. Poi si spediva il tutto con una ingegnosa mmacchina-pressa che stampava gli indirizzi. Con il mio amico Antonio Ariete quanti giornali abbiamo etichettato! Ed io, dopo 30 anni, ancora lo faccio!

A dire il vero però, ricordo un mio compito precedente.  sempre il parroco mi aveva affidato la gestione di una bacheca di colore bianco davanti alla chiesa di San Giacomo a Lauria. A mia discrezione dovevo scegliere gli articoli più interessanti di “Avvenire” . Ero munito di scotch e spille. Mi sentivo onorato di questo compito datomi dal parroco.

A distanza di anni non so quanti avranno letto quegli articoli selezionati, pochissimi, forse quasi nessuno; con ogni probabilità quel “lavoro” era l’ennesimo stimolo “ad personam” di un parroco che  con me aveva avuto la vista lunga.

Ho divagato troppo, ritorno “nei binari”. Troppi articoli religiosi nell’Eco? Forse si. Ma davvero sarebbe un peccato non seguire degli eventi che incidono notevolmente nei microcosmi dei nostri paesi. A volte però, mi accorgo che per alcune coincidenze se ne concentrano molti  sulla vita delle parrocchie e delle diocesi. Ma sinceramente  come non seguire l’ordinazione sacerdotale di un giovane di Maratea, o dell’apertura della bellissima, meravigliosa chiesa di San Nicola di Nicola a Castelluccio Inferiore?

La riflessione che  viene dalla Polonia è utile. A volte penso che i lettori gradiscono completamente alcune cose….ed invece può non essere così.

Non è facile confezionare un giornale che spesso è figlio della fretta e della velocità. Un giornale ed un sito dove gli argomenti più cliccati e guardati sono gli auguri e le felicitazioni per le lauree, matrimoni e compleanni. Per mesi, la notizia più cliccata sul nostro sito, non è stata quella di cronaca o  di attualità, ma un matrimonio di due ragazzi (Giuseppe e Ludovica)  che avevano i genitori noti.

Eppure un consiglio vorrei darlo al lettore/lettrice  della Polonia: legga la storia a puntate (pagina 15) su Mons. Vincenzo Cozzi. E’ qualcosa di particolare. Lo so, è un vescovo, lo so ricadiamo nella religione. Però la prego, si accosti per qualche minuto a questa figura umile che cercò in tutti i modi di non diventare vescovo.

(Ultimo aggiornamento 1°  gennaio 2013)

 

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