Stralcio della lettera scritta dalla vedova di Eung-tae, membro
dell'antico clan Goseong Yi (Foto: Andong National University)
La sepoltura maschile risale al XVI secolo ed è situata nella città di Andong, nella Corea del Sud. E' stata scoperta nel 2000. Il defunto è stato identificato come Eung-tae e sono state ritrovate ben tredici altre missive a lui indirizzate, nella sua sepoltura.
La lettera della vedova di Eung-tae era indirizzata al "Padre di Won", come si sarebbe chiamato il bambino che la donna stava per avere e che non avrebbe mai conosciuto il padre, ed era stata deposta sul petto del defunto. La missiva risale al 1568 d.C., trenta anni prima che Shakespeare scrivesse la celeberrima tragedia d'amore "Giulietta e Romeo". Nella lettera, la vedova di Eung-tae gli chiede perché l'ha lasciata sola e lo prega di venirle in sogno. "Io non posso vivere senza di te. Voglio raggiungerti. Per favore, portami dove sei ora. Non posso dimenticare i sentimenti che mi hanno legata a te in questo mondo e il mio dispiacere non conosce limiti".
Eung-tae era, in vita, un uomo molto più alto della media dei Coreani. Si sono ben conservate sia la sua barba che la sua pelle. Aveva baffi scuri ed una vita sentimentale davvero piena. Accanto al corpo di Eung-tae, gli archeologi hanno scoperto un pacco contenente pantofole fatte di capelli; sulla carta che le avvolgeva c'è scritto "ho intessuto queste con i miei capelli" e "prima che tu fossi in grado di indossarle". Quella di confezionare pantofole con i capelli umani è una tradizione coreana, che la considera un simbolo di amore e di speranza.