Poco prima di Pasqua ho pubblicato questa vignetta su Facebook, riscuotendo moltissimi consensi.
Per quanto non ci sia bisogno di spiegarla, lo faccio ugualmente: siete voi, i vostri progetti, i vostri sogni, contro una fitta schiera di avversari e di ostacoli.
Come potete vedere si va dai parenti agli “amici”, passando per cose più personali, come la paura e i sensi di colpa.
La vignetta è semplice ma al contempo spaventosamente puntuale. A rischio di ripetermi, vorrei aggiungere che questo semplice schema, la fuga verso una meta, un obiettivo, è validissimo soprattutto qui da noi, in Italia.
Perché la società, ma anche la famiglia, è improntata su uno schema conservativo. Tutto si tramanda affinché nulla cambi. Le ambizioni danno fastidio, così come le idee non facilmente catalogabili.
I cambiamenti destabilizzano e creano precedenti che per qualcuno sarebbe complicato gestire.
Parole a vanvera?
Non credo.
Voi che siete qui lo sapete: da tempo sto cercando una dimensione come scrittore.
Cercare una dimensione non vuol dire elemosinare legittimazioni fittizie o essere sdoganati da un editore, bensì campare del proprio lavoro.
E il lavoro in questione è la scrittura.
Molti traguardi sono stati raggiunti. Di questo devo ringraziare i miei lettori e i miei colleghi che stanno facendo questo percorso con me.
La strada però è davvero lunga e pericolosa.
Di solito diciamo che gli ostacoli maggiori sono quelli generati dalla società italiana: le persone che non leggono, i libri che non vendono, la cultura che non dà da mangiare.
Per carità: è tutto vero.
Ma in realtà i problemi sono forse più a monte.
Guardiamo la vignetta:
Ostacolo numero 1 – I parenti. Quelli che se fai un’attività “strana” ti dipingono come la pecora nera di famiglia, che studia/scrive/suona/canta/recita solo perché non vuole fare un lavoro vero.
Ostacolo numero 2 – Gli amici. Quelli finti, evidentemente. Che si beano del loro lamentarsi di un lavoro insoddisfacente, otto ore condivise con colleghi stronzi e con capi idioti, ma che al contempo non fanno mani nulla per tentare di cambiare le cose.
Ostacolo numero 3 – I sensi di colpa. Che inevitabilmente sorgono, se nessuno (ma proprio nessuno) incoraggia un percorso che si discosta dalla presunta normalità. Specialmente se questo percorso porta a pensare un po’ più a se stessi e un po’ meno a agli altri (vedi alla voce parenti e finti amici).
Ostacolo numero 4 – I pessimisti. Sono a migliaia. Sono intorno a noi. Sono quelli che “intanto qui non funzionerebbe mai“. E no, non funzionerebbe perché loro sono i primi che non spenderanno mai un euro per un ebook, per un mp3, o dieci per un concerto o per la licenza di software.
Ostacolo numero 5 – Paura. La paura di sbagliare. Ma solo chi non rischia mai non sbaglia mai. La paura di essere giudicati, perché il prossimo guarda sempre le pagliuzze negli occhi altrui, e mai le travi nei propri. Lo diceva anche un tipo in Galilea, tempo fa.
Ostacolo numero 6 – La Società. Qui ci metto tutto quell’insieme di burocrazia e gerontocrazia che in Italia dissuade chiunque a mettersi in proprio, vuoi per il peso fiscale di certe attività, vuoi per la totale mancanza di tutele.
Ecco, non sono ostacoli da poco.
A 38 anni suonati posso però dirvi che vale sempre la pena provarci, alla faccia di chi ci vuole male, di chi ci desidera mediocri e insoddisfatti.
Non sarà mai facile, magari non arriverete da nessuna parte, ma tentare il percorso sarà sempre istruttivo e vi aiuterà a percorrere altre strade ancora, e a farlo con la testa alta.
Quanti possono dire lo stesso?
Pensateci.
- – -
Alex Girola – follow me on Twitter