Una lunga corsa a ostacoli

Creato il 23 aprile 2014 da Mcnab75

Poco prima di Pasqua ho pubblicato questa vignetta su Facebook, riscuotendo moltissimi consensi.
Per quanto non ci sia bisogno di spiegarla, lo faccio ugualmente: siete voi, i vostri progetti, i vostri sogni, contro una fitta schiera di avversari e di ostacoli.
Come potete vedere si va dai parenti agli “amici”, passando per cose più personali, come la paura e i sensi di colpa.
La vignetta è semplice ma al contempo spaventosamente puntuale. A rischio di ripetermi, vorrei aggiungere che questo semplice schema, la fuga verso una meta, un obiettivo, è validissimo soprattutto qui da noi, in Italia.
Perché la società, ma anche la famiglia, è improntata su uno schema conservativo. Tutto si tramanda affinché nulla cambi. Le ambizioni danno fastidio, così come le idee non facilmente catalogabili.
I cambiamenti destabilizzano e creano precedenti che per qualcuno sarebbe complicato gestire.
Parole a vanvera?
Non credo.

Voi che siete qui lo sapete: da tempo sto cercando una dimensione come scrittore.
Cercare una dimensione non vuol dire elemosinare legittimazioni fittizie o essere sdoganati da un editore, bensì campare del proprio lavoro.
E il lavoro in questione è la scrittura.

Molti traguardi sono stati raggiunti. Di questo devo ringraziare i miei lettori e i miei colleghi che stanno facendo questo percorso con me.
La strada però è davvero lunga e pericolosa.
Di solito diciamo che gli ostacoli maggiori sono quelli generati dalla società italiana: le persone che non leggono, i libri che non vendono, la cultura che non dà da mangiare.
Per carità: è tutto vero.
Ma in realtà i problemi sono forse più a monte.

Guardiamo la vignetta:

Ostacolo numero 1 – I parenti. Quelli che se fai un’attività “strana” ti dipingono come la pecora nera di famiglia, che studia/scrive/suona/canta/recita solo perché non vuole fare un lavoro vero.
Ostacolo numero 2 – Gli amici. Quelli finti, evidentemente. Che si beano del loro lamentarsi di un lavoro insoddisfacente, otto ore condivise con colleghi stronzi e con capi idioti, ma che al contempo non fanno mani nulla per tentare di cambiare le cose.
Ostacolo numero 3I sensi di colpa. Che inevitabilmente sorgono, se nessuno (ma proprio nessuno) incoraggia un percorso che si discosta dalla presunta normalità. Specialmente se questo percorso porta a pensare un po’ più a se stessi e un po’ meno a agli altri (vedi alla voce parenti e finti amici).
Ostacolo numero 4 – I pessimisti. Sono a migliaia. Sono intorno a noi. Sono quelli che “intanto qui non funzionerebbe mai“. E no, non funzionerebbe perché loro sono i primi che non spenderanno mai un euro per un ebook, per un mp3, o dieci per un concerto o per la licenza di software.
Ostacolo numero 5 – Paura. La paura di sbagliare. Ma solo chi non rischia mai non sbaglia mai. La paura di essere giudicati, perché il prossimo guarda sempre le pagliuzze negli occhi altrui, e mai le travi nei propri. Lo diceva anche un tipo in Galilea, tempo fa.
Ostacolo numero 6 – La Società. Qui ci metto tutto quell’insieme di burocrazia e gerontocrazia che in Italia dissuade chiunque a mettersi in proprio, vuoi per il peso fiscale di certe attività, vuoi per la totale mancanza di tutele.

Ecco, non sono ostacoli da poco.

A 38 anni suonati posso però dirvi che vale sempre la pena provarci, alla faccia di chi ci vuole male, di chi ci desidera mediocri e insoddisfatti.
Non sarà mai facile, magari non arriverete da nessuna parte, ma tentare il percorso sarà sempre istruttivo e vi aiuterà a percorrere altre strade ancora, e a farlo con la testa alta.
Quanti possono dire lo stesso?
Pensateci.

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Alex Girola – follow me on Twitter


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