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Una mamma sola con il suo bambino tiene il diario dal centro sociale Lambretta :”Ed ora i teppisti si danno allo stalking”

Creato il 21 settembre 2014 da Claudiober

(continua il diario di una incredibilmente coraggiosa mamma milanese, sola con il suo bambino in una casa dell’Aler, a difendere legalità e giustizia  contro un gruppo agguerritissimo di teppisti dei cosìdetti centri sociali, definiti dagli abitanti del quartiere, ironicamente, “figli di un preservativo bucato”. Dopo che l’ex centro sociale Lambretta, dopo i mille tentennamenti  e i se e i ma della giunta Pisapia, è stato disoccupato, continuano  lo stalking selvaggio , le aggressioni verbali, le intimidazioni  di questi “militanti” che assomigliano  sempre più  un branco di deviati psicopatici di stampo mafioso, anche se di famiglia bene. E’ inammissibile che questa mamma resti sola di fronte a questo branco violento. Giunta Pisapia, opposizione, società civile, salotti chic, femministe, se ci siete battete un colpo. ) Nelle foto, Gabriella ripulisce dai graffiti i muri delle bellissime palazzine liberty ora disoccupate e in attesa di nuovi inquilini paganti Noi candiamo Gabriella Baio all’Ambrogio d’oro)

1 lambretta
Lo sgombero del Lambretta ha  avuto  finalmente luogo. Era  il 26 agosto: è passato un mese,  e ancora non ci si credo.

 27 agosto.

Il giorno 27 comincia lo sgombero delle masserizie dagli immobili e quello che si vede è a dir poco raccapricciante.

Comincio a scattare foto e ancora con più ardore decido di testimoniare meglio quanta “lotta al degrado” hanno realmente fatto i Lambretta.Mi basta già fare una breve considerazione: 4 anni fa circa, quando mi trasferii presso questo alloggio, trovai un quartierino gioiello, il famoso quartiere Città Studi, dove villettine stile inglese rendono ancora più piacevole alla vista le vie interne; intorno alla Piazza Ferravilla palazzi di un certo stile compreso quello dove abito, un palazzo del 1925 con tanto di rosoni e modanature, ristrutturato da poco dall’Aler che ha si il civico sul Viale Romagna, ma parte della facciata è sulla piazza dove iniziano le villette sgomberate, che proseguono per la Via Apollodoro, e dove affaccia il mio appartamento.
Ma ecco che arrivano i Lambretta. È l’aprile del 2012. Cominciano a comparire una serie di graffiti INGUARDABILI in ogni dove, fino al deturpamento completo della facciata della villetta al civico 11/13, con un colossale murales. La mia indignazione partì per la mancanza di rispetto per queste palazzine di cui tanto si vanta il valore storico, essendo uno stile Liberty dei primi ’900, ma soprattutto per il quotidiano disturbo che non cessava nemmeno la notte.
Questo sarebbe l’inizio della lotta al degrado secondo i Lambretta!! Scritte sui muri, sulle saracinesche dei negozi, sulla qualunque!!!!
Ecco che mi faccio coraggio, e tra il pullulare di operatori addetti allo sgombero e smaltimento immondizia trovati all’interno delle villette dopo lo sgombero, vi sono anche un certo numero di Ispettori Aler insieme al loro responsabile, che con molta diligenza dirigono le operazioni in maniera pacifica e in rispetto alla quiete del quartiere.Certo, i mezzi di supporto a tali operazioni sono grossi e rumorosi, ma per la prima volta trovai gradevole tanto rumore.
Viene buttato via praticamente tutto quello che è stato trovato all’interno degli stabili: un insieme di immondizia e sporcizia degna di campi Rom! O forse peggio!!Un grosso camion con un braccio a presa ragno comincia ad agguantare tutto ciò che c’è da buttare, cioè tutto, e vengono praticamente riempiti 2 interi camion.

2 lambretta
L’unica preghiera che mi sono permessa di rivolgere agli Ispettori Aler, essendo un’ amante del riciclo, è stata quella di poter prendere qualche materiale di recupero, soprattutto legname, per poterli riutilizzare e ridargli nuova vita.

Chiedendo il permesso, mi addentro è comincio a scattare foto non solo fuori dove vengono raccolte le varie immondizie ma anche all’interno delle villette per testimoniare ancora meglio che razza di randagi senza ritegno e senza regole fossero i Lambretta!

Coloro che si proclamavano i portatori di buon gusto e anti degrado vivevano nella sporcizia malsana più totale.
Basti solo pensare che Aler ha dovuto chiamare un impresa di disinfestazione specializzata per sanificare sia dentro che fuori gli stabili, cosa mai vista durante altri sgomberi ai quale ho assistito! In effetti il puzzo di feci e urina era talmente forte che mi capitava di vedere alcuni operatori con i conati. Avvicinandomi alle strutture capii perché. In realtà l’olezzo si sentiva anche da casa mia, ma al momento pensai si fosse rotta una fogna… Invece no. Erano gli scantinati delle villette, probabilmente usati come orinatoi, nonostante vi svolgessero attività di ogni genere.
Il quotidiano “IL GIORNO” anticipa la notizia con qualche foto giratagli da me.
Tra le misere scoperte, e come già raccontato nel mio diario, ci fu l’allacciamento abusivo della luce al civico 23/25 di Viale Romagna, ovvero per 2 anni e mezzo le nostre spese condominiali comprendevano anche i Lambretta!!!

3 lambretta

Per non parlare degli ospiti abusivi tra sudamericani e Rom, pacificamente ospitati in alcune delle 9 villette occupate.
A queste famiglie, una volta sgomberate, venne offerto aiuto da parte del Comune che rifiutano senza indugio: qualcosa da nascondere?? A oggi i Rom sono parcheggiati in piazza Ferravilla dove bivaccano giorno e notte usando le panchine e i cespugli come stendini e dormitori.
La giornata della raccolta immondizia finisce e io comincio a gongolare all’idea che finalmente la pace tornerà a regnare in Piazza Ferravilla e quindi difronte alle mie finestre.

Cantai vittoria troppo presto.

1 Settembre

Per qualche sera le villette e la sede Aler furono presiediate dalle forze dell’ordine perché fra i progetti dei Lambretta c’era quello di raggirare i caschi blu, chiamando in forza altri collettivi, per riprendere possesso delle villette.
Il pomeriggio successivo all’ultimo presidio, i Lambretta si ripresentano davanti alle villette. Io in quel momento stavo uscendo col mio bambino per andare a fare un po’ di spesa e la pseudo fidanzata dello sgherro Filippo, mi urla “stronza stiamo rioccupando”.
Ignoro la provocazione nonostante fatta in presenza del mio bambino, ma una volta in macchina chiamo la Digos.
Non sentendomi pienamente tranquilla però, torno a casa. La Digos non si fa attendere.
Ma andati via e nel sentirsi sicuri, gli “sfaccendati” cominciano a riversarsi sotto le mie finestre offendendomi e invitandomi a farmi una vita… No, dico, io dovrei farmi una vita? Ma non sono io quella che vive in mezzo alla strada, anzi!!! Non posso che sorriderne!!
Purtroppo l’intento non si ferma qui. Anche le sere successive i “paladini del quartiere” tornano alla carica, permettendosi inoltre di scattare foto all’interno della mia proprietà privata nonostante la presenza del mio bambino.

Segnalo il tutto alle forze dell’ordine, segnalo anche alla Digos, ma di certo, sporgere denuncia come da loro suggerito porterà solo a un nuovo riempimento di scartoffie.
Si lo farò, ma come primo atto di denuncia preferisco i giornali e l’opinione pubblica.

4 lambretta

10 settembre

Da quando sono stati sgomberati, non passa giorno che persone del quartiere, un po’ anche incuriosite dal risultato dello sgombero, si rivolgono a me manifestandomi tutta la solidarietà possibile per il coraggio di aver tenuto testa, a questi “quattro ragazzetti figli di papà che giocano a fare i padroni” (definizione creata e adottata dall’intero quartiere).
Roba da regimi totalitari. Poi si offendono se li chiami nazisti!!! Il quartiere è ben felice di essersi sbarazzato di loro. A parte qualche negoziante che lamenta che con il loro sgombero hanno perso una buona fetta di clienti….
A loro dico solo “VERGOGNATEVI” solo per averlo pensato!!!
Quello che mi ha fatto sorridere di più è stato un comizio durato circa mezz’ora, di ciclisti, che ritrovatisi davanti alle villette si presentano come il Lambretta.
Io sono nel mio giardinetto a svolgere alcuni lavori e non mi riesce difficile sentire quanto viene detto perché si posizionano proprio davanti al mio cancello.
Tra le miriadi di stupidaggini sui luoghi abbandonati che secondo il loro dire vanno occupati abusivamente se non assegnati, c’è il rimuginare sul loro sgombero con frasi del tipo: “ci vogliono tutti a casa, magari a passare le giornate davanti a Facebook…”
Ma perché, una vita non ce l’avete? Quando state a casa l’unica cosa che vi fa compagnia è Facebook? E i vostri genitori dove sono? Cos’è, nemmeno loro gradiscono la vostra presenza? Facile a credersi, ma veramente nella vita pensate che o si sta a casa su Facebook o si va in giro come i randagi in cerca di posti da occupare?

Il risultato delle mie riflessioni non mi porta lontano… Li compatisco!!!
Mi viene un solo modo di definirli: “figli di un preservativo bucato”!!!
Sarebbe interessante scoprire chi siano questi fantomatici genitori!!!
Dopo quello che è successo stasera ho tutte le intenzioni di scoprirlo!!!

 16 settembre, ore 15.30.

Rientro col mio bimbo e vedo l’agglomerarsi dei “figli di nessuno” radunarsi con sedie, tavoli e bivacchi vari, davanti a quello che era l’ingresso da loro usato, al civico 11 che fa angolo con la via Apollodoro.
Probabilmente per sberleffo e perché il loro limitato QI gli ha fatto credere che ciò mi avrebbe fatto torto, prendono tutto il circo e lo trasferiscono davanti al civico 15, praticamente il cancello accanto al mio.
Riprende il comizio e i deliri iniziati il sabato precedente dove “denunciano” che da quando sono stati sgomberati gli immobili sono ancora vuoti.
Beh si certo, dal 26 agosto, quando Aler è tornata in possesso degli immobili, di strategie di vendita e assegnazione ce ne sarebbero dovute essere a flotte, soprattutto tenendo dello stato in cui sono state trovate!!!!

Ed ecco che ricomincia il mio calvario: in branco, a ridosso della ringhiera fra casa mia e il cancello vicino (che dista 20 cm dal mio) cominciano gli insulti e il ripetermi che mi devo fare una vita e di trovarmi qualcosa da fare. Al momento non ci faccio caso, perché comunque sono appena rientrata e sono ancora nel mio giardinetto a giocherellare col mio bimbo, ma poi rifletto su quanto dettomi, e scoppio a ridere.
Non contenti della mia reazione e sapendo che mi sarei molto arrabbiata, cominciano a scattare foto e filmati all’interno del mio giardino costringendomi a riportare in casa di forza il mio bambino per sottrarlo a tale violazione della privacy oltre che allo stalking continuo che subisco da quando sono stati sgomberati.
Il quartiere non è nè ciUna eco nè sordo; in molti si sono accorti del deliberato intento di darmi fastidio posizionandosi proprio davanti al mio cancello per proseguire con le loro rimostranze circensi, violando la mia privacy e quella del mio bambino oltre a chiare azioni di stalking.
Con molta probabilità, come i “cani” segnano il loro territorio con l’urina, probabilmente anche i Lambretta tornano dove avevano segnato il territorio con murales e graffiti.

Soluzione? Eliminiamo il murales: un rullo, un tolla di colore ed ecco fatto!!!
Sgomenti i Lambretta hanno notato che sono stati presi i dovuti provvedimenti e spero che il messaggio sia abbastanza chiaro!!! Nazisti vestiti di rosso non ne vogliamo!!!

LORO scrivono sui muri vaneggiamenti vari? NOI LI CANCELLIAMO!!!!
Che siano i loro genitori a subire tali deliri; e se nemmeno loro li sopportano allora dovrebbero cominciare a farsi qualche, magari prendendo spunto da quelle che ci poniamo noi nei loro confronti!!!! Ma la speranza che rinsaviscano ormai è vana!!!
I miei personali ringraziamenti vanno agli Ispettori Aler per avermi concesso di fotografare l’interno delle villette, ai ragazzi dell’impresa adepta allo sgombero delle masserizie e ai muratori che hanno diligentemente saldato lastroni di ferro e murato porte e finestre, collaborando con la sottoscritta al fine di poter avere un quadro completo su quanto trovato; alle forze dell’ordine presenti, tra cui Squadra Mobile della Polizia di Stato, i Baschi Verdi della Guardia di Finanza, il Corpo Militare dei Carabinieri e l’instancabile Polizia Urbana (i vigili tanto per intenderci), creando un cordone di sicurezza tale che non si era mai visto. Ragazzi, uomini e donne a cui do tutta la mia solidarietà per la pazienza nonostante turni massacranti in strada, ma soprattutto con un sorriso sempre pronto da regalare a chi gli si avvicinava.

Gabriella Baio

 


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