Stasera mi sento una merdaccia.
Sì, proprio come il qui raffigurato ragionier Fantozzi (o Fracchia che sia).
Il motivo?
Ho sgridato la piccola. Una, due, tre volte. Finché lei si è arrabbiata e se n’è andata a letto, per la prima volta senza chiedermi di leggerle qualcosa (o di stare ad ascoltare quello che lei legge).
Mi sono sentito come una di quelle mamme paranoiche che rompono i coglioni ai figli. salvo poi lamentarsi che “non c’è dialogo”. Ettecredo che non c’è dialogo…
E a un certo punto le ho anche detto che secondo me le sue amiche sono più brave di lei e questo l’ha offesa.
Il fatto è che anche nelle sgridate non bisognerebbe mai perdere l’autorevolezza. Bisognerebbe puntare sul risultato, più che sulla forma.
Mi sono sentito un incapace, un inetto, un rompicoglioni. A un certo punto ho anche interrotto la comunicazione, e questo non andrebbe mai fatto (anzi, non bisogna mai farlo).
Devo stare più attento. Non devo mai dimenticare che devo accompagnare, devo aiutare.
E per la prima volta dopo tanto tempo mi sono chiesto se non siano proprio questi i momenti nei quali è meglio essere in due. Nei quali un genitore deve intervenire sull’altro correggendone le asperità, svolgendo un ruolo educativo anche nei confronti del proprio compagno, oltre che del figlio. I momenti nei quali occorre fare un gioco di squadra, insomma.
Ma da soli non c’è squadra. Non c’è nessuno a cui appoggiarsi, anche se questo non vale certo come scusante.
Per la miseria, mi sento veramente una merdaccia.
P.S.: stavolta il tag “teste di cazzo” è dedicato interamente a me.