Non lo facemmo apposta. Camminavamo, camminavamo come sempre, nel caldo di agosto, mentre io macinavo chilometri masticando mele verdi, quando d'un tratto notammo un cambiamento nel colore dei passanti. C'erano molti più neri che bianchi. Anzi, i bianchi continuavano a diminuire, e a un certo punto finirono. Intorno a noi erano tutti neri. "Ma dove siamo? Guarda un po' la cartina." "Ah, guarda, siamo a Harlem!"
Harlem nel 1985, cioè, quando New York era una città sporca e cattiva e piena di criminali e di senzatetto, prima che arrivasse Giuliani a ripulire tutto con il lanciafiamme. E così, forse perché in quel momento ci punse la nostalgia delle nostre camerette sicure e tranquille, Cristina ebbe una splendida idea. Decise di telefonare a sua madre per farle un saluto. Trovammo un telefono pubblico e Cristina chiamò a casa. A New York erano tipo le 5 del pomeriggio, a Milano le 11 di sera, e sua madre dormiva. "Ciao mamma, indovina da dove ti chiamo? Da una cabina telefonica di Harlem!"