Jonathan Swift, Una modesta proposta (1729)
È cosa ben triste, per chi butta un occhio alla tv, sapere di tanti poveracci che annegano nel Mediterraneo nel disperato tentativo di fuggire guerra e miseria. Per parte mia, dopo aver riflettuto per molti anni su questo grave problema ed aver considerato attentamente le varie soluzioni fin qui adottate per porvi rimedio, mi son reso conto che in esse vi erano grossolani errori di calcolo. Per questo mi decido ad avanzare una proposta che son certo troverà il giusto sostegno in chiunque abbia animo sensibile unito a savio intelletto. Consentitemi, però, di esporre in rapida sintesi gli aspetti salienti del problema, perché è da essi che a mio modesto avviso occorre prendere le mosse per cogliere il buonsenso che ispira la mia proposta. Ci sono migliaia e migliaia di poveracci – c’è chi dice superino il milione – che dalle coste dell’Africa settentrionale aspettano il loro turno per imbarcarsi su malsicuri natanti per raggiungere Lampedusa, lembo estremo di quell’Europa che per essi è miraggio di nuova vita. Per arrivare ai lidi dai quali inizieranno una traversata dall’esito incerto, e assai spesso infausto, sono costretti a sborsare migliaia di euro a loschi individui che li sottopongono a marce forzate attraverso il deserto, senza risparmiare ad essi soprusi e violenze, e altre migliaia di euro sono costretti a sborsare per un posto su scafi scassati e gommoni mosci, sui quali vengono stipati peggio che fossero delle bestie. Arrivati in Italia, se ci arrivano, li aspetta un centro di accoglienza che è peggio di un carcere e lì stanno per mesi e mesi, in attesa che venga riconosciuto loro un diritto di asilo. Solo in minima parte hanno intenzione di restare in Italia, perché quasi tutti avevano, e fin dall’inizio, un’altra meta, Germania, Francia, Norvegia, Danimarca, ecc. Non è proprio questo, d’altronde, a motivare il disinteresse che la Ue sembra mostrare verso la gravità di questa immane emergenza umanitaria, il cui peso ricade quasi per intero sull’Italia? Riuscite a intravvedere la soluzione? Non ancora? Aspettate, ché vi ci porto tenendovi per mano. Rispondete con animo sgombro da pregiudizio: pensate ci sia modo di fermare questa ondata migratoria alla maniera che propone quella gran testa di cazzo di Salvini? Pensate che il più sollecito programma di soccorso in mare possa evitare che altri barconi si capovolgano e altri disgraziati anneghino? Più di tutto: pensate che ulteriori inasprimenti delle pene per i criminali che organizzano l’orribile mercato possano scoraggiarli a fronte della prospettiva degli immensi guadagni che fanno sulla pelle di tanta povera gente? Vi avverto: siete ad un passo dalla soluzione. Se non la vedete, è per un mero vizio logico. Via, qual è il sistema per venire incontro alle sacrosante aspettative dei migranti e, allo stesso tempo, a sollevare il nostro paese dalle difficoltà di un doveroso intervento umanitario che tuttavia sarà sempre inadeguato a fronte delle risorse umane e finanziarie che esigerebbe per essere davvero efficiente? Proprio non ci arrivate? Vabbè, vi do un aiutino: crociere. Non cogliete? E allora entro nello specifico. Dai racconti dei migranti sappiamo che ciascuno ha dovuto sborsare da un minimo di 4.000 ad un massimo di 8.000 euro per riuscire ad avere un posto su una carretta di mare in partenza per l’Italia. Basterebbe ne sborsassero la metà perché una crociera su navi adeguatamente approntate allo scopo li portasse in giro a far scalo nei porti d’Europa, dove scendere da turisti per non far più ritorno a bordo. Ci sarebbe, è vero, da organizzare una rete di navette mobili dai paesi che sono il punto di partenza di quella che oggi è una dura e incerta Odissea, e che invece potrebbe trasformarsi in un comodo viaggio verso un porto controllato da nostre unità militari, chessò in Libano. Il costo di questa iniziativa sarebbe ampiamente coperto dal contributo che i migranti sarebbero felici di poter versare, sapendo di poter così contare su un sostanzioso residuo di risorse per le primarie necessità da affrontare nei paesi prescelti come mete finali. Basterebbero due navi da crociera da 2.000 posti ciascuna in servizio permanente nel Mediterraneo e nei Mari del Nord (si potrebbero eventualmente offrire ai migranti opzioni differenziate: Barcellona-Marsiglia, Helsinki-Stoccolma, Kiel-Copenhagen, ecc.).
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