Lo scorso dicembre, con una manovra tanto inaspettata quanto disperata, Mario Draghi ha annunciato l’avvio di un nuovo programma di intervento a sostegno del sistema finanziario europeo: le operazioni di LTRO. Questo acronimo sta per Long Term Refinancing Operation. Tradotto: operazioni di rifinanziamento a lungo termine. Cosa sono e quali implicazioni portano? In pratica il presidente della BCE (Banca Centrale Europea) ha offerto al sistema bancario europeo l’astronomica cifra di 489 bilioni di Euro, ad un tasso dell’ 1% e scadenza 36 mesi, in cambio di titoli collaterali, detenuti dalle banche, di dubbia qualità.
Il giro di titoli del LTRO
Questo per permettere alle banche di ritornare a detenere livelli di liquidità sufficienti per attuare la propria ordinaria operatività, e di conseguenza, il supporto all’economia reale tramite il credito, scongiurando quel “credit crunch” (stretta di credito, ndr) che già cominciava ad intravvedersi.
La domanda che, a distanza di più di un mese dalla prima di queste operazioni e a pochi giorni della seconda, è lecito porsi è: ma tutto questo ha portato, nel concreto, qualche beneficio reale? La risposta non è così scontata e dipende, come sempre, dal punto di vista da cui la si analizza.
Indubbiamente le banche hanno tirato un grosso sospiro di sollievo; come molti già sanno, nel 2012 ci saranno da rinnovare più di 800 bilioni di Euro di obbligazioni bancarie. Una cifra “monster” se la uniamo anche agli importi delle scadenze dei titoli di stato Europei nello stesso arco di tempo. Tra l’altro, dopo le decisioni quantomeno discutibili dell’EBA (European Banking Authority), organo di vigilanza comunitaria delle banche, di rafforzare i livelli patrimoniali di sicurezza, questa cascata di liquidità ha tolto e toglierà parecchie castagne dal fuoco ed eviterà, a diversi istituti di credito, una ricapitalizzazione che, come ha dimostrato il caso Unicredit a gennaio, sarebbe stata decisamente dolorosa per tutti i vecchi azionisti.
Le banche, in questo modo, potranno utilizzare questo denaro, e non saranno costrette a rifinanziarsi emettendo nuovi bonds per sostituire quelli in scadenza. Soprattutto per le banche italiane, che negli ultimi mesi hanno dovuto offrire tassi molto alti a causa del lievitare dello spread, questo significa un risparmio in termini di oneri finanziari davvero notevole. Quindi, concludendo, il dato estremamente positivo è che il sistema bancario europeo è stato messo al sicuro, almeno per i prossimi 36 mesi.
Il bicchiere è anche mezzo vuoto
E’ stato quindi scongiurato, al momento, qualsiasi default con tutte le tragiche ripercussioni che ne deriverebbero. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Perché, se andiamo ad analizzare nel dettaglio qualche dato ufficiale, notiamo che il bicchiere è anche mezzo vuoto. Parliamo di economia reale e credito alle imprese. Questo fiume di denaro, purtroppo, non si è minimamente riversato nel tessuto imprenditoriale e privato. L’erogazione di credito alle aziende è ferma a livelli drammaticamente bassi e anche i mutui si stanno drasticamente ridimensionando (solo a gennaio -44%).
Perché succede questo? Semplicemente perché il denaro “regalato” alle banche viene utilizzato dal sistema finanziario per:
1. esigenze di liquidità dell’EBA, come detto prima
2. acquistare titoli di stato (prendo in prestito all’ 1% e investo al 5%)
3. continuare a fare finanza e speculare sui vari mercati (borsa e commodities in rialzo da due mesi lo confermano)
La logica dovrebbe farci pensare ad un aumento di denaro in circolo, quindi ad un aumento della massa monetaria, in tutti i suoi aggregati. Niente di più falso! E ne ha dato conferma la stessa Banca d’Italia in una recentissima pubblicazione: “La massa monetaria M3, una misura della circolazione della moneta, è calata del 4,5% a dicembre rispetto allo stesso mese del 2010”.
Come potete notare dal grafico tutti gli aggregati monetari sono in diminuzione! E allora non esistono più dubbi.
Il LTRO serve per fare finanza e non per rilanciare l’economia. Inoltre, se guardiamo la velocità di circolazione della moneta, non possiamo non notare un andamento che non assomigli ad uno scenario di totale appiattimento e quindi di recessione. E che toglie ogni dubbio riguardo ad una nuova imminente fase inflattiva. Signori, benvenuti nella massima espressione della deflazione!
Concludo affermando che la BCE e Mario Draghi si sono trovati a dover fare delle scelte e quindi a dare delle priorità. E la priorità principale era salvare il sistema finanziario, con un’operazione che mettesse in sicurezza le banche e, indirettamente comportasse una ripresa dei corsi del debito pubblico dei paesi periferici e una diminuzione del loro spread. Cosa che si sta verificando giorno dopo giorno. Quindi non c’è che dire: missione compiuta! Per quanto riguarda la crescita, restate sintonizzati in attesa di sviluppi…se mai ne avremo. Anche perché la recessione non è certo un mistero gaudioso…