Una nazione occidentale: l'Armenia

Creato il 27 settembre 2011 da Inguaribile @inguaribile

Salve inguaribili viaggiatori,
la meta che volevo oggi segnalarvi è una nazione che pur vicina al mondo islamico è un paese dall’anima profondamente occidentale, ovvero l’Armenia.


“Crescita in corso, scusate i disagi” Non ci saremmo stupiti se al nostro arrivo a Erevan/Yerevan, capitale dell'Armenia, fossimo stati accolti da un cartello così, Vent'anni dopo aver ottenuto l'indipendenza tra le macerie fumanti dell'Urss (era il 21 settembre 1991) il piccolo Paese, abitato da tre milioni di anime, si sta attrezzando per vincere le sfide del Terzo millennio: economia solida e appeal turistico competitivo.
E’ tutto un fiorire di palazzi nuovi e centri commerciali. Gli alberghi più gloriosi vengono rimessi a nuovo.
Un business che parla soprattutto italiano.
Il centro della città, vicino all'Opera, è invaso da negozi di griffe nostrane (vere o sedicenti tali, non ha molta importanza) davanti ai quali sciamano donne vestite con eleganza.
L'estrema vicinanza dell'Iran non ha influenzato la moda locale. Anzi, semmai ha esaltato l’anima profondamente filo-occidentale di una terra che adottò il cristianesimo (apostolico) come fede di Stato prima ancora di Roma, nel 301.
A Erevan la modernità è stata per anni imposta: quando Mosca decideva qualcosa agli armeni doveva andar bene per forza. Come quando, nel 1959, i sovietici decisero di spostare i preziosi manoscritti conservati nella sede di Ecmiadzin, prima chiesa cristiana fondata da San Gregorio l'Illuminatore, presso il paese di Vagharsapat, al nuovissimo edificio del Museo Matenaradan, nella capitale.
Lì, in quell'anonimo cubo di pietra, i libri e i documenti (tra cui 300 scritti di Aristotele tradotti in armeno, di cui non esistono più gli originali) sarebbero stati studiati e conservati meglio, si disse.
Mezzo secolo dopo gli angeli custodi di quel tesoro sono giovani appassionati che, invece di andare all'estero, imparano da docenti stranieri l'arte del restauro e la esercitano a casa loro, dove il lavoro non manca.
Ci muoviamo da Erevan per andare a visitare a Garni, a sud est della capitale, l'unico tempio ellenistico rimasto. (foto a destra)
Opera del re Tiridate, che nel I secolo D.C. lo fece erigere con fondi, si dice, avuti da Nerone.
Sotto di noi scorre il fiume Azat, che fornisce acqua ad alcuni quartieri della capitale. Seguendo il suo corso si arriva al monastero rupestre di Gegard (XIII secolo), un luogo molto amato dagli sposi, che vengono da tutto il Paese per intingere congiuntamente le mani in una fonte che pare doni la giovinezza eterna.
L'indomani proseguiamo per Zvartnoc, che nel VII secolo d.C era dimora di Nerses li il Costruttore; qui la cattedrale è considerata il capolavoro dell'architettura armena. Peccato rimanga davvero poco da vedere. (foto a sinistra)
Oggi, invece, la massima autorità religiosa Karekin II risiede a Eémiadzin, un piccolo Vaticano dedicato alla "discesa dell'Unigenito", Gesù. Lo fondò l'Illuminatore dopo che ebbe avuto una visione.
Procediamo da Sud a Nord, in direzione della provincia di Lori. Tra altopiani, boschi e dolci declivi approdiamo ai monasteri gemelli di Sanain e Achpat. li confine con la Georgia è molto vicino.
Le due chiese (del X seco1o D.C.), che sono anche i primi monumenti nazionali inseriti nella lista del Patrimonio dell'umanità dell'Unesco, nel 1996, raccontano la storia di un padre e di un figlio, entrambi architetti e rivali. Il genitore costruì Sanain (cioè "la più vecchia"), con la sua rimarcabile biblioteca caratterizzata da sette colonne mentre l'erede fece Achpat ("edificio dalle mura solide"), guadagnandosi i complimenti del padre.
Riprendiamo la strada maestra verso Vanadzor e da lì continuiamo fino a Dilizan, in direzione del lago Sevan.
Poco distante sorge il monastero di Gosavank, la cui biblioteca in rovina si presenta spoglia e annerita dall'incendio appiccato dalle truppe di Tamerlano nel.XlIl secolo. Rimane ancora in piedi, però, un meraviglioso chachkar, tipica croce di pietra armena, che la mano di tale Poghos (uno dei pochi scalpellini che si sia firmato) ha reso particolarmente artistico.
Costeggiando il lago Sevan in direzione sud-est arriviamo a Martuni e da qui superiamo il passo Selim, a 2400 metri d’altitudine.
Fermata d'obbligo al caravanserraglio del XIV secolo fatto costruire dalla potente famiglia Orbelian. Era una stazione della via della seta e, ironia della sorte, ancora oggi accoglie piccoli commercianti bisognosi di riposo. Soprattutto quelli che ritornano dal mercato di Echegnadzor, dove hanno scambiato patate e granturco, tipici prodotti d'alta quota, con la frutta e le noci. La sosta è breve. Abbiamo ancora qualcosa di importante da vedere, allora ci rimettiamo in cammino.
Il monastero di Noravank (foto a destra) appare davanti al termine di interminabili chilometri percorsi in una gola. Al tramonto assume un colore ocra intenso e da lontano sembra un nido d'uccello costruito su un'altura inaccessibile.
Proseguiamo per l'ultima tappa: Chor Vìrap, che vuol dire "fossa profonda", quella in cui rimase per 13anni San Gregorio l'Illuminatore prima che Tiridate III si decidesse di liberarlo.
Questo monastero è il simbolo dell’orgoglio nazionale. Da qui si gode una vista mozzafiato dell'Ararat. E’anche del confine con la Turchia, che corre proprio ai piedi del complesso.
Gli armeni hanno gli occhi lucidi perché la grande montagna "è in territorio straniero". Prima che l'Urss cedesse l'Armenia occidentale ai dirimpettai, negli anni Venti, tutta quell'area apparteneva a loro.
Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it

SCHEDA TECNICA ARMENIA


Per ulteriori informazioni:
Armenian Tourism Development Agency,
c/o Travelmark
via Pavia 8/4
33042 Buttrio-(Ud)
tel 0432.673418
Armenia Information
3 Nalbandyan Street
Yerevan
Tel.: +374 (0)10 542303/6
E-mail: info@armeniainfo.am
Siti Web:
Armenian Tourism Development Agency: www.armeniainfo.am (in lingua inglese)
Come si raggiunge:
In aereo:
Per raggiungere in aereo l'aeroporto Zvartnots di Yerevan occorrono circa 5 ore dalle principali città italiane.
Ambasciata:
Ambasciata italiana in Armenia
Viale Italia 5, Jerevan
Tel +37410-542335/36 - Fax +37410-542341
Email: segreteria.jerevan@esteri.it
Web: www.ambjerevan.esteri.it
Documenti: Per i cittadini italiani serve il passaporto con almeno due mesi di validità dalla data del rientro in Italia. Le modalità di ottenimento del visto sono varie. Lo si può chiedere all'ambasciata della Repubblica d'Armenia a Roma (costo 10 €), oppure lo si può fare direttamente in frontiera o all'aeroporto Zvartnoc di Erevan (costo 5 €), o via mail collegandosi a www.armeniaforeignministry.am (al costo di 60 dollari). In ognuno di questi casi la validità sarà di 21 giorni.
Per maggiori informazioni sui tempi, costi e procedure di rilascio dei visti contattate:
Ambasciata dell’Armenia in Italia
Via dei Colli della Farnesina 174
00194 Roma
Tel. 06 329 6638 - Fax 06 329 7763
Email: info@ambasciataarmena.it
Fuso orario:+ 3 ore rispettò l'Italia, tutto l’anno.
Voltaggio energia elettrica: 220V, 50Hz
Valuta: Il Dram, abbreviato amd, un euro vale all’incirca 550dram
Vaccinazioni obbligatorie: Nessuna.
Periodo consigliato: Autunno

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :