Se il cinema francese ultimamente ha fatto le bizze, c'è però un nome su cui è sempre giusto contare: François Ozon.
Il regista è infatti uno che anche quando sbaglia, lo sa fare con stile.
Portatore sano di eleganza, con i suoi film ha sempre intrattenuto, intrigato e giocato alla grande, e torna a farlo da buon lavoratore (un film all'anno in agenda negli ultimi 6 anni) con una storia particolare e parecchio rischiosa.
La storia è quella di Claire, giovane moglie che perde la sua migliore amica ed è chiamata dal dovere e dall'amicizia interrotta a vegliare su quella che è diventata la sua figlioccia e sul vedovo David.
Con l'intimità chiamata a instaurarsi tra i due, Claire scoprirà il grande segreto di lui: nel privato si veste da donna.
Il segreto era condiviso da Laura, protetto all'interno delle mura domestiche, e ora che lei non c'è più, il desiderio di esporsi e di dare anche se in forma di surrogato una figura materna a sua figlia, si fa più forte.
Inizialmente spaventata, Claire finirà per essere attratta da Virginia, la donna di cui David veste i panni, che le ricorda la sua Laura, di cui forse, chissà, è sempre stata un po' innamorata.
Le due inizieranno quindi un'amicizia clandestina, alle spalle di un marito a cui ora ci si trova a mentire, con uscite che includono shopping, ceretta, danze in club gay, che fortificano il loro legame chiamato però ad affrontare più di una barriera, personale e mentale prima di tutto, che a colpi di gelosia e di paura le allontanerà per poi riavvicinarle più volte, in un crescendo di pathos che ruba al thriller più di una qualche atmosfera.
Pur essendo tratto dal racconto Une amie qui vous veut du bien di Ruth Rendell, Ozon con questa pellicola continua a mettere da parte il tema letterario che (da Angel a Swimming Pool passando per Nella Casa) tanto gli ha portato fortuna, esplorando nuovamente -dopo il poco convincente Giovane e Bella- il mondo del sesso e tutte le sue sfumature.
Romain Duris è qui chiamato a trasformarsi, a diventare una donna insospettabilmente bella e credibile, che fa perdere la testa agli uomini come a Claire, una bellissima e intensa Anaïs Demoustier.
Il vortice che i loro incontri segreti costituiranno, portano il regista a mostrarci dettagli, angolazioni diverse che tra sogni ad occhi aperti, fantasie e pruriti mostrano più facce dell'amore, non diventando però scollacciato o scandalizzante, ma con l'eleganza che lo contraddistingue, mostra invece uno scatto a cui il cuore, come la mente, è chiamato a fare per accettare tutte queste varianti.
L'eleganza è presente così in tutti gli aspetti tecnici, dalla narrazione al montaggio, capace di raccontarci in poche sequenze un'amicizia lunga una vita, e di incantarci fin dall'inizio con una vestizione che lascia attoniti. Infine, costumi e interpreti perfettamente francesi, perfettamente chic, anche con del rossetto di troppo e con parrucca.
Il risultato lascia in balia di emozioni contrastanti, e incapaci di definire bene la pellicola, così sfaccettata, così silenziosa ma provocatrice, così malinconica ma anche piena di speranza, così normale e così diversa.
La sua forza sta quindi nel suo essere doppia, nel non poter avere una lettura univoca del risultato, e questo, in questo caso, è tutto un merito.
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