Trucchi che sicuramente non fanno parte del suo nuovo e ultimo lavoro, il libero adattamento di una storia breve di Ruth Rendell, inizialmente pensato come corto ma poi riposto nel cassetto, ripreso e arricchito fino a divenire un lungometraggio.
Gestazione che tuttavia non ha permesso a "Una Nuova Amica" di maturare a sufficienza ed imporsi come probabilmente avrebbe voluto (o dovuto), offrendosi al suo pubblico in una veste leggera e fin troppo comoda, peraltro in netta contrapposizione con le premesse hitchcockkiane che lo avevano accompagnato e sorretto (almeno qui, in Italia). Di Ozon - il vero Ozon - è possibile udire solo gli echi infatti in questo script frettoloso e antipatico, i vaghi pensieri e ideali di un autore curioso e intrigante, improvvisamente avvolto da cliché, forzature e sterzate scontate, con cui condisce in maniera eccessiva ed errata un prodotto assai più idoneo ad una serata televisiva piuttosto che ad una sala cinematografica.
E' molto meno di quel che promette infatti la sua sceneggiatura, incentrata per niente su mistero e thriller, e totalmente intenzionata a scavare nel profondo psicologico più nascosto dei due protagonisti: quello maschile affidato a Romain Duris e quello femminile impersonato da Anaïs Demoustier, due entità che, in modo diverso, non hanno mai abbracciato e riconosciuto pienamente il loro vero essere e le loro inclinazioni.
Il pensiero che "Giovane E Bella" fosse solo un passo falso era stato a questo punto fin troppo positivo, poiché con "Una Nuova Amica" Ozon introduce il dubbio che stia attraversando una reale crisi artistica e creativa. Qualsiasi fossero le intenzioni, i buoni propositi e le aspirazioni che lui avesse per questo nuovo progetto, per quanto onorabili e difendibili, è ovvio che la conclusione sia tutt'altro che soddisfacente.
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