Torniamo a parlare della patente, di Sandi e del Pandino che non sono ancora riuscita a sfasciare. Avevo parlato dell’alternanza di due sensazioni, ovvero no la patente non la prenderò mai e sì dai quasi quasi inizio a guardare i prezzi delle fiesta usate.
E’ finita un’era. Sono entrata in una nuova fase. Ahimè non è la age of Aquarius. No harmony and understanding, nemmen0 sympathy and trust abounding, rimangono falsehoods or derisions, golden living dreams of visions manco a parlarne, mystic crystal revelation maddove, the minds true liberation giammai. Jupiter non si è allineato con Mars e la Moon non è in nella seventh house. Quindi insomma nulla di buono. Ho citato una canzone che adoro solo per dire che non va benissimo. Ma la canzone è molto bella quindi ok. Dicevamo. Una nuova fase. La fase del Sì forse ma. Spieghiamo. Quando guido non faccio più tanto schifo. Faccio schifo normale, schifo come potrebbe fare schifo chiunque. Siccome non faccio più tanto schifo in teoria dovrei essere orientata verso il sì dai quasi quasi inizio a guardare i prezzi delle fiesta usate e invece no, ecco l’intuizione del Sì forse ma.
Io la patente la potrei anche prendere. I pianeti dovranno allinearsi sul serio, questo sì davvero. Dovrà essere una giornata giusta, bel tempo, poco traffico (tipo ottavo giorno di sciopero dei benzinai, cose così), Sandi carino e coccoloso, esaminatore ancora più carino e coccoloso (meglio se sotto stupefacenti), io mi dovrò svegliare bene, insomma dovranno tornare tante cose. Ma la patente potrei prenderla. Potrei superarlo l’esame. Il problema è che superare l’esame non significa saper guidare. Da sola. In autonomia. Senza Sandi. Senza i comandi di Sandi. Ecco, quello no, non scherziamo. Sì, sono sandipendente. Sono ancora sandipendente. Io certe cose le faccio perché so che lui in caso ci mette una pezza. Io quando sento sotto di me i pedali che si muovono perché li muove lui mi sento bene, tranquilla, quando prende lui il volante e cambia lui (generalmente dalla seconda alla prima perché vado al rallentatore) io sono serena. Mettiamo che io ora possa guidare una macchina “normale”, con la P come fanno tutti quelli che hanno il foglio rosa. Io non sarei in grado. Non me la sentirei. Ma nemmeno se mi pagassero. Ma nemmeno se dovessi andare da A a B e ci fosse una strada in linea retta senza altre macchine e senza fossi ai lati. All’inizio mi ero incazzata quando ho scoperto che la combinazione età avanzata di Anacleto + macchina considerata troppo potente mi avrebbe impedito di fare delle guide all’infuori di quelle con Sandi sul Pandino. Non era proprio giusto. Adesso sono sollevata.
L’ho detto a Sandi. Ha alzato gli occhi al cielo. Mi ha detto di smetterla di dire delle stupidate. Gli ho fatto proprio l’esempio.
- Sandi senti, mettiamo che tu sia mio fratello. Non con la tua macchina perché le vuoi bene, ma con lo scatolotto di tua mamma, tu verresti a fare una guida con me su una macchina senza i secondi comandi?
- Se guidi come ieri sì. Io adesso non sto toccando niente, stai facendo tutto tu.
“Ieri” (giorno a caso della settimana scorsa) era a detta sua il giorno in cui ho guidato meglio. Pensate, un complimento. Io gli ho risposto che in teoria doveva essere una cosa ovvia, ogni volta dovrebbe essere migliore della precedente. Tanto ovvia non è. E quindi lui mi ha detto che sì sono proprio una donna e che non sono mai contenta. Meno male che Sandi c’è. In ogni caso non gli ho creduto. Col cazzo che lui verrebbe con me su una macchina non comandata da lui. Alla ventesima e passa guida ci sta che me lo dica, ma alla ventesima e passa guida non è nemmeno normale una che non è capace di fare certe cose in autonomia. Io gli chiedo ancora quando devo cambiare. Cioè guidiamo, lui cerca di parlare del più e del meno per distrarmi e per fare in modo che guidi in modo istintivo (sì facciamoci tutti una grande risata) ma io lo interrompo continuamente per chiedergli Seconda? Terza? Quarta? Freno? Che limite c’è ora? Devo tornare in terza? Ovviamente la quinta non la prendo nemmeno in considerazione. Se non me lo dicesse lui in quinta non ci andrei mai. Qualche guida fa ho fatto 500 metri in prima. Era una strada intervallata da tanti STOP e secondo me non valeva la pena mettere in seconda e poi tornare in prima ogni volta. Sandi ha alzato gli occhi al cielo. Vado al rallentatore, c’è chi va al massimo, io al minimo. Vi ho mai parlato del panico dello smartphone? Sandi è molto richiesto, quindi ogni tanto risponde al telefono o su whattsapp. Io so che è presente e attento anche per me, ci mancherebbe, non ha il cervello compartimentalizzato come il mio, ma comunque è capitato che gli dicessi di posare il telefono, perché c’è un rondò e lui deve essere lì con me con mani, piedi, cuore, testa, spirito e coglioni. Sandi non mi ha ancora ucciso, nonostante i ripetuti tentativi in cui io ho tentato di uccidere lui (entrambi a dire il vero) e quindi sì è proprio un santo.
Sono tutti impegnati a incoraggiarmi. A dirmi che non faccio schifo. Anche Anacleto. Due giorni dopo essere uscito dall’ospedale è salito sul Pandino con me e Sandi, l’ho solo accompagnato in paese quindi ha fatto in macchina solo un paio di km. Immaginatevi se andavo a schiantarmi con il Pandino con Anacleto sopra appena uscito dall’ospedale dopo un intervento al cuore. Mi ha detto che mi ha visto bene, che a parte una cosa non ho sbagliato niente e che da come ne parlo pensava molto peggio. Che carino. Che dolce. Che falso. Che bugiardo. Sandi ormai un po’ c’ha rinunciato a farmi i complimenti, a dirmi quando faccio qualcosa di giusto, ha capito che non gli credo, ha fatto bene. Fare schifo al cazzo è uno stile di vita, è oltre il parcheggino fatto bene o non far esplodere il distributore di benzina quando porto il Pandino a fare metano.
Sandi mi ha ripetuto una cosa che mi ha detto tempo fa, in una delle prime guide credo. Gli avevo detto che guidare proprio non mi piaceva. E lui aveva risposto che era un peccato, che doveva iniziare a piacermi, che doveva venirmi voglia di guidare, di dire Sì prendo la macchina e vado nel posto x. Un mese e mezzo fa forse era normale pensarla così. Adesso non lo so. Guidare continua a non piacermi. Mi piacciono le ore con Sandi perché sono una gradita distrazione visto il momento attuale, giovedì scorso -ricordo a tutti che Anacleto è uscito mercoledì- non sono mai stata così tanto contenta di vederlo, ma se guidasse lui sarebbe meglio. Lo pagherei per la compagnia. Una specie di escort che però rimane vestito e non mi tocca e che io non tocco a parte dargli le gomitate mentre metto il freno a mano.
- Ma pensa, ma non ti viene voglia adesso di avere la tua macchina per andare da sola al cinema, a fare la spesa, a Milano, dove vuoi?
- Se devo guidare io no
Ed è così. Non so che farci. E’ una cosa che mi mette ancora troppa ansia. Seriamente parlando. Io mi sento un pericolo pubblico circondata da pericoli pubblici che mi odiano e che ce l’hanno con me e che mi maledicono. Io la vivo così. Sandi mi dice di fregarmene. Ero ad un incrocio con lo STOP. Uno di quei classici incroci in cui non si ferma nessuno. Io però devo. Hanno iniziato a suonare tutti dietro. Vi giuro che mi sarò fermata 10 secondi, non di più. Sandi che continuava a ripetermi di lasciarli perdere, di non farci caso. E’ andato avanti lui, ha messo lui in prima perché altrimenti eravamo ancora lì. Probabilmente io avrei abbandonato il Pandino e mi sarei buttata nel canale, convenientemente lì vicino. Mi rendo conto che cambio atteggiamento. Se non vedo macchine dietro sono anche abbastanza tranquilla, perché c’è Sandi ovviamente. Se arrivano altre automobili nemmeno Sandi ha il potere di calmarmi. E’ che rischio di fare delle cazzate enormi solo per “far felici” gli altri automobilisti. Sì, andiamo ai 90 all’ora dove c’è il limite dei 50 così nessuno mi insulta. Passare dalla parte del torto, uniformarsi alla tendenza attuale del fare ognuno il cazzo che vuole. Sandi si è dichiarato profondamente contrario. So che lui quando è solo lo fa, specialmente quando è in moto, ha preso più multe lui in un anno di quelle che ha preso Anacleto in tutta la vita, ma quando è con me è Sandi l’istruttore, non Sandi il motociclista spericolato, quindi ci sta che mi dica così. Che poi ogni volta che me lo immagino in moto mi viene da ridere, lui così alto e magro, non so come faccia a non volare via.
Non sono ancora andata in città. Sta provando a portarmi in un grosso paese alle porte della città, che come traffico è più intenso di quello che normalmente incontriamo, giusto per farmi sbarcare a Mantova un po’ preparata. Ma non credo che entrerò mai a Mantova Mantova. Io non so come facciate a guidare in città. Per me siete matti. Io gliel’ho detto. Se vuoi che vada in città metto la macchina in Campo Canoa, la parcheggi tu perché io non sono capace e prendiamo l’autobus. Sandi ha alzato gli occhi al cielo. Sandi alza molto spesso gli occhi al cielo. Pensavo che a questo punto le cose sarebbero state diverse, pensavo che io sarei stata diversa, come testa, come atteggiamento. Invece no, una cagacazzi incontentabile e incapace e in preda all’ansia. Perché dovrebbero darmi la patente? Cioè pensate, una come me potrebbe prendere la patente. Ma voi vi sentireste sicuri? E non mi dite che in giro c’è tanta gente malata di mente che guida di merda, sono anche stufa di questi incoraggiamenti sempre verso il basso. Perché le persone ti incoraggiano prendendo ad esempio chi è messo peggio di te? Nella prossima vita voglio essere una di quelle strafighe che guidano con i tacchi e salgono sulla loro macchina strafiga e nel giro di mezzo secondo hanno già messo in moto e sono già partite. Che poi le strafighe così l’escort che le accompagna ce l’hanno sul serio e non devono manco pagarlo e ci si tocca pure a vicenda. Facciamo che nella prossima vita voglio essere una strafiga e non Jabba the Hutt e fanculo sta patente di merda che sta iniziando anche a diventare un po’ tanto patetico continuare a parlarne così.