Barks in particolare, per la continuità qualitativa della propria opera, la freschezza delle sue avventure, il fatto di aver realizzato la stragrande maggioranza delle sue storie come autore completo e per il formato “comic book” con cui produceva i fumetti (al contrario di quello a striscia con cui operava Gottfredson, per esempio, che costringeva il rimontaggio delle vignette), è sempre stato l’autore classico che meglio si prestava a iniziative editoriali di pregio.
Non è un caso se nel dicembre del 1987 la prima testata cosiddetta “per collezionisti” che la Disney (allora nelle ultime fasi di vita dell’era Mondadori) lancia nel circuito delle edicole, rivolta quindi a un pubblico più vasto di quello dei semplici appassionati, è Zio Paperone, mensile che si occupa di ristampare tutto il corpus barksiano.
Una delle prime cose che gli appassionati più fedeli si sono chiesti è se ce ne fosse davvero il bisogno. Al contrario dei tardi anni ’80, dove si potevano reperire le storie del Maestro dell’Oregon solo sparse su Topolino e altri periodici, in modo assolutamente casuale e senza una particolare cura filologica, lo scenario attuale è ben diverso.
Le due incarnazione editoriali di Zio Paperone hanno pubblicato tutto quanto realizzato da Carl Barks, ristampando anche una seconda volta le storie più importanti. Alla storica testata è poi seguita La Grande Dinastia dei Paperi, collana settimanale allegata al Corriere della Sera nel 2008, opera omnia di riferimento per ogni collezionista. Dulcis in fundo, Rizzoli-Lizard sta proponendo in Italia i volumi della statunitense Fantagraphics che si pongono come altra raccolta di tutto quanto realizzato dell’autore.
A fianco di tale considerazione, non meno importante è il secondo canale distributivo, quello delle fumetterie, le quali finora non hanno mai potuto beneficiare di una testata del genere da esporre nei propri scaffali: in questo caso è l’appassionato di fumetti a digiuno di Disney che potrà avere l’occasione di conoscere il fior fiore delle avventure dei Paperi, un ottimo viatico per essere introdotti a un universo narrativo spesso evitato a causa di pregiudizi. L’immancabile variant cover per il primo numero, impreziosita dall’oro che ricopre tutta la copertina, non può che appagare il collezionista e contribuire all’attenzione verso il varo di questa testata.
Avventure epiche, dove si respira azione mista a umorismo e a temi per nulla banali, incorniciate dal tratto essenziale e diretto di Carl Barks, che senza particolari fronzoli riusciva a disegnare un Paperone splendido, dai lineamenti perfettamente in linea con quanto il personaggio voleva esprimere.
A corredo di queste storie si trovano gli articoli di approfondimento a cura di Luca Boschi e Alberto Becattini, sempre interessanti in quanto riescono a offrire considerazioni nuove anche a chi su questi argomenti ha già letto di tutto e di più, senza rinunciare comunque al ribadire le nozioni fondamentali per introdurre queste opere.
A fine volume viene poi inserita una storia inedita, una breve di quattro pagine per i disegni dell’olandese Daan Jippes realizzata basandosi su un appunto di Barks mai sviluppato: una scelta che assomiglia più a un contentino per gli appassionati che aun proposito di completismo, ad ogni modo comunque un’idea lodevole per completare quell’opera di pubblicazione iniziata negli ultimi volumi della Grande Dinastia dei Paperi.
Abbiamo parlato di:
Uack! #1
Carl Barks
Disney-Panini, marzo 2014
130 pagine, brossurato, colori – € 5,00 (edizione variant € 6,00)
ISBN: 9 772283 857909
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