Alcuni giorni fa, precisamente il 15 novembre scorso, nel corso di un inchiesta condotta dalla procura di Castel Volturno (CE) sono state indagate, per aver favorito esponenti del clan dei Casalesi, 20 persone, tutti funzionari e appartenti al corpo della polizia municipale della città.
Indagati per concorso in associazione mafiosa,abuso d'ufficio e falso ideologico e materiale.
Francesco Nuzzo
L'obbiettivo dell'associazione a delinquere era di agevolare e consentire l'esercizio abusivo di complessi alberghieri e residence turistiche di un imprenditore legato alla camorra, poi divenuto collaboratore di giustizia. Sotto indagine c'é anche un magistrato, Francesco Nuzzo, ex sindaco di Castel Volturno e ora magistrato alla Procura Generale della Repubblica di Brescia. A quest'ultimo vengono contestati reati gravissimi come corruzione per richieste di tangenti,falso,abuso d'ufficio,concussione sessuale.Il magistrato si difende invocando la solita presunzione d'innocenza ma questo episodio grave fa riflettere e soprattutto sorgere alcuni dubbi: potrebbe aver favorito dei camorristi aggiustando le sentenze?
Domanda a cui solo il prosieguo delle indagini forniranno risposta certa.
Ma anche se ancora molto resta da chiarire l'episodio è di gravità indiscutibile.
Pensare che un giudice che dovrebbe servire lo Stato e i suoi cittadini si piega invece al cospetto di Clan mafiosi fa davvero rabbia e ribrezzo,e ci fa comprendere quanto la battaglia contro il fenomeno mafioso può spesso essere impari.
Pensandoci torna in mente un parallelo: combattere la mafia é come fare una partita di calcio.
Non una partita regolare, ma truccata! Immaginate di star correndo con il pallone e vedere vicino a voi un compagno con la stessa maglia. Lo vedete e glielo passate. E lui cosa fa?! Prende la palla e al posto di segnare nella porta avversaria segna di proposito nella sua. Ecco ciò che fanno i servitori corrotti! Spesso cercano di distruggere il lavoro di altri magistrati, funzionari ed agenti delle forze dell'ordine, e di tutti coloro che lottando contro le associazioni mafiose spesso sacrificano affetti familiari e buona parte della propia vita. La speranza di fronte a queste notizie disarmanti sono propio loro: finché c'é ne sarà anche soltanto uno la mafia non vincerà mai la partita.