Una passione chiamata: mulino a pietra…

Da Pausagolosa @pausagolosa

Il mugnaio è un mestiere che sta scomparendo, ma qualcuno porta avanti con passione un mestiere che un giorno i nostri nipoti vedranno nei Musei del Futuro. L’estate scorsa ho avuto modo di conoscere un personaggio molto speciale. Sono sempre più orientata ad apprezzare chi ha un mestiere, chi è in grado di far lavorare mani, braccia e cervello, con onestà e pazienza. In Abruzzo, in località Pizzoli in provincia di L’Aquila. Il mulino Cavalli, gestito dal signor Angelo, mugnaio da generazioni, è un esempio di come un mestiere impegnativo è una grande passione.
Un patrimonio storico al quale noi italiani non possiamo rinunciare, sempre più proiettati a costruire un futuro incerto. Questo posto meraviglioso ha più di 300 anni, non è un sito archeologico con ruderi a testimoniare il tempo che fu, ma pulsa di vita, di odori e di tanto amore. Eppure dopo lui questo posto rischia di chiudere. Non ci sono giovani che hanno la passione e la voglia di portare avanti una tradizione così impegnativa, ma soprattutto è sempre lo Stato, questo simpatico Stato italiano ad ostacolare le vere passioni. Vuoi per la legge sulla sicurezza alimentare, vuoi per lo scarso interesse economico che può avere un mulino. Un paese civile e ben organizzato, una politica orientata alla conservazione dei beni, anziché alla cementificazione selvaggia, con lungimiranza ed intelligenza, avrebbe potuto contribuire a far diventare un posto come questo una grande attrazione turistica, mantenendo inalterato la cessione a terzi del bene prodotto.
Ti guardi intorno e ti meravigli. Il sig. Angelo ha conservato tutta una serie di bilance di “annata”, Si va da una bilancia degli anni 50, perfettamente funzionante ad una in ferro battuto, che suo nonno aveva acquistato già usata, a conti fatti ha più di 100 anni. Non puoi fare a meno di notare il pavimento, costituito da ciottoli originali, levigati dal tempo, ma tenuti in perfette condizioni. Negli angoli i sacchi di grano da macinare e la crusca destinata al mangime per gli animali. E poi imponenti,  i mulini a pietra che trasformano il grano in farina. Il grano viene coltivato localmente, con concimi organici. Il processo di macinazione inizia con la pulitura del grano, con una vecchia macchina meccanica che si chiama “svecciatoio”. Viene passato nella tramoggia e poi versato nella macina a pietra che lo trasformerà in farina che verrà in seguito setacciata e versata nei sacchi. La pietra ha bisogno di manutenzione e così viene tirata fuori dalla sua sede attraverso un braccio meccanico che sembra una grande pinza. Viene controllata ed incisa nuovamente per poi essere riposta nella sua sede e iniziare di nuovo il suo ciclo di macinazione. Per darvi una idea di come funziona un mulino a pietra, ho postato sulla pagina di facebook  (purtroppo qua su WordPress non me lo consente)un breve filmato, purtroppo di pessima qualità.
Se vi capita però di fare una gita in Abruzzo, vi scrivo l’indirizzo del mulino Cavalli…

MULINO CAVALLI ANGELO
LOCALITA’ MADONNA DELLE FORNACI
S.PROVINCIALE 29 PER TEORA
LOCALITA’ PIZZOLI (AQ)


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