Una petroliera e un rompighiaccio in soccorso dei tremilaseicento abitanti di Nome, in Alaska, senza rifornimenti e riscaldamento a 40° sottozero

Creato il 12 gennaio 2012 da Samalos

ANCHORAGE - Non più mute di cani da slitta dagli occhi azzurri guidati dal mitico Balto. Quasi novant'anni dopo, Nome, la sperduta cittadina dell'Alaska affacciata sul mare di Bering, si trova ad affrontare una nuova emergenza: questa volta però, in suo soccorso arrivano una petroliera e un rompighiaccio della guardia costiera, che tuttavia procedono a fatica, nonostante l'aiuto della tecnologia.
 Nel 1925, l'epico viaggio per soccorrere Nome era durato appena cinque giorni, ma fu comunque una grande avventura. La cittadina, caduta nel dimenticatoio dopo i fasti della corsa all'oro e ridotta a poco più di mille abitanti, era stata colpita da un'epidemia di difterite, e non aveva medicine. Da Anchorage si mobilitarono in molti, con le slitte trainate da cani, dando il via a una gara di solidarietà che viene ora celebrata con una competizione internazionale di 'sled-dog', la Iditarod, che si svolge ogni anno sui quasi 1.900 chilometri che separano le due città.
 Questa volta, invece, a causa di una serie di problemi, tra cui una prolungata tempesta autunnale, ai 3.600 abitanti di Nome non sono state consegnate a novembre le abituali e vitali forniture di combustibile per l'inverno. Le scorte quindi scarseggiano e, con temperature medie che si aggirano sui 40 gradi sotto zero, il problema è davvero serio. In una lotta contro il tempo e, soprattutto, contro lo strato sempre più spesso di ghiaccio che si è andato formando sul mare, la petroliera russa Renda, con nella pancia un carico di cinque milioni di litri, ha iniziato il suo viaggio verso Nome, ormai quasi un mese fa.
Ad aprirle un varco nella banchisa ci pensa il rompighiaccio Heley, ma l'impresa si è rivelata più difficile del previsto. Il ghiaccio, che in alcuni tratti raggiunge un metro di spessore, si richiude rapidamente dietro alla poppa del rompighiaccio, intrappolando la Renda. La potente unità della guardia costiera deve quindi navigare un po' a 'elastico'; mentre per individuare la rotta migliore, ossia i tratti dove il ghiaccio appare di spessore più contenuto, si sta facendo persino ricorso a ricognizioni con aerei droni dotati di telecamere.

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