Pensare che non ci sono mai stato in Piazza Vittorio, a Roma. Però forse è meglio così, perchè fa bene immaginare questo tessuto di voci, odori, colori. Per poi tuffarsi in queste pagine, che scivolano come acqua sulla pelle, senza doversi appesantire con l'urgenza della classificazione o qualche scomodo paragone.
Perchè è vero, questo libro è satira di costume e insieme romanzo giallo, e la storia desta perfino qualche suggestione letteraria che ha a che vedere con il Gadda del Pasticciaccio come con il mosaico di voci di Rashomon.
Però è meglio fermarsi qui, e per il resto scivolare via. Indugiando sulla piazza, sulle parole che si rincorrono intorno all'omicidio del "Gladiatore", sulle scene di vita quotidiana che girano intorno a un ascensore e a un condominio: che come in tutti condomini, si sa, richiede più capacità di diplomazia e inventiva di una crisi discussa al Palazzo di Vetro.