Una piccola donna (o quasi)

Da Maddalena_pr

CAPISCO CHE LA SUA ETÀ NON È LA SOMMA DEI SUOI ANNI: È LA MEDIA TRA DUE PERSONE CHE SI GIOCANO QUELLA TESTA BIONDA PIENA DI COSE CHIARE, E SEGRETI CHE IMPARANO A RESISTERE.

La Saretta non c’è più. C’è una ragazzina, al suo posto. I capelli lunghi fino alla vita. I modi da mamma, imbocca Isabelle, se ne occupa. Si pianta nel piccolo dei suoi cinque anni in certi capricci improvvisi, imprendibili. Poi scivola fuori. In un attimo si mangia anni e ti sembra una piccola donna.

Capisco che la sua età non è la somma dei suoi anni: è la media tra due persone che si giocano quella testa bionda piena di cose chiare, e segreti che imparano a resistere.
Non vuole più la mano, quando si cammina. Si fa trovare pronta e vestita, si versa da bere. Balla con grazia, oppure da cretina, apposta. Già troppo sinuosa, per i miei gusti.
Guarda Molto Bene, Masterchef junior e Grey’s Anatomy. Poi resta un ciglio in mano e lei torna piccina.

“Sarah, pensa un desiderio. Sopra o sotto?”
“Sopra” sibila con una S che ancora stenta.
“Nooo! Hai sbagliato, peccato. Allora puoi dirmelo: qual era il desiderio?”
“Sopra.”
Con quell’ingenuità disarmante, un’innocenza che sembra per sempre.

Prova la vita, poi torna indietro, si mette al sicuro: “È vero che le lumache sono fortunate? Perché se si perdono non devono andare a casa, perché c’hanno il guscio.”
Snobba un bacio, poi ti racconta: “Ti riempio il cuore di fiori che volano.”
Allora la assecondi: “Ogni volta che mi dai un bacio il mio cuore vola.”

Oggi si è offerta di portare il sacchetto del mercato: “Se vuoi posso portarlo io!”
Con la frase che le si arriccia in fondo, che la scriverei con una virgola, così, per darle un po’ di quel sorriso che bascula sotto il suo naso a patatina.
Le passo la busta verde di plastica, odore di pollo arrosto e vapore. Lei la impugna sicura: magari le pesa, ma ha la coda alta, la canotta coi cuori, i sandaletti rosa, e troppa vanità per dirlo.

Infila i manici sul braccio, porta il sacchetto come una borsa, il gomito piegato: “Guarda, posso anche fare così.”
E in un momento capisci che è cresciuta. Lo capisci lì, in quel secondo: con un pollo dentro una plastica verde.