Qui la politica non entra direttamente in scena, ma i più piccoli scelgono istintivamente da che parte stare e non sembrano dover affrontare il problema: questa è la vera originalità di La guerra delle pesche. Il potere muove i fili delle loro vite; da un lato c'è la minaccia dei bulli del quartiere, dall'altro quella della dittatura, una parola forse troppo astratta per dei ragazzini, ma i cui effetti sono malgrado tutto molto visibili. Il libro porta la firma di Roberto Ampuero, giornalista e scrittore cileno, tradotto per Mondadori da Daniela Pirastu e illustrato da Paolo Martinello (titolo ora fuori catalogo). È interessante sapere che in Cile non si è potuto pubblicare per molti anni ed è il primo romanzo cileno per giovani che ha osato affrontare l'argomento della dittatura; la prima edizione è tedesca, data alle stampe nel periodo in cui l'autore viveva in esilio in Germania. Oggi ci regala un importante pezzo di storia del suo paese e un'attualissima lezione di umanità, come quella sulla solidarietà insegnataci con la liberazione dei 33 minatori.
Valentina Allodi