A nove anni perse il padre e il dolore nel tempo lo allontanò dalla Chiesa. Quasi contemporaneamente fece carriera nel partito comunista, diventando segretario bresciano della Federazione dei Giovani Comunisti Italiani. «Ci credevo davvero», spiega in un’intervista per Zenit.it, «ero convinto che il comunismo avrebbe cambiato il mondo». Arrivò anche la nomina nella segreteria nazionale del partito e la preoccupazione maggiore era reclutare i giovani, temevano i movimenti cattolici che toglievano tesserati ai comunisti.
Bisognava capire come ci riuscivano e si mise a studiare e spiare il Rinnovamento nello Spirito. Un professore di religione lo invitò ad andare ai loro incontri, per lui era il momento opportuno per carpirne i segreti. Ma rimase sconvolto: venne accolto con affetto, nessuno gli chiese la tesserina, o da che parte stava, gli parlarono di Gesù e dell’unica vera rivoluzione, quella cristiana. Gli testimoniarono che si poteva vivere con fraterna amicizia liberati da paure e ideologie. Le certezze di Fulvio cominciarono a vacillare, comprese quelle politiche, si ritrovò a frequentare più questi incontri che la sede del partito tanto che alcuni dirigenti cominciarono a spiarlo per la preoccupazione.
Ma Fulvio era ormai “stato preso e affascinato da Cristo”, divenne aiutante, autista e amico di monsignor Dino Foglio, che stava fondando comunità in tutta Italia. Nel corso di un incontro chiese a Fulvio di raccontare la sua storia, dopodiché lanciò un appello perché i giovani potessero donare la vita al Signore, al quale aderirono più di trecento giovani. Di questi, 190 divennero sacerdoti. Fulvio partì per il militare ed al ritorno avrebbe dovuto sposarsi, erano già state fissate le date…ma intuì che Dio voleva qualcosa d’altro per lui: ritornato al militare parlò con la sua fidanzata ed entrò in seminario.
Una piccola storia, un piccolo esempio tra mille altri.