Linea Perth – Mandurah
L’ultima fermata della linea arancione della Transperth è Mandurah. Situata a 75 chilometri a sud di Perth, è una cittadina di sessantasettemila abitanti incastonata tra le acque: quelle salate dell’oceano indiano, quelle del Peel-Harvey Estuary e quelle del Serpentine River. Il risultato è un intreccio di comunità urbane e semi-rurali che in alcuni scorci sembrano uscire da una cartolina.
Ad un primo acchito non possiede né l’odore di mare di Fremantle né l’aria profumata di Perth. All’uscita della stazione non è nemmeno possibile vedere il mare, il fiume o un qualunque ammasso d’acqua che non sia l’enorme cisterna di metallo che sovrasta i tetti delle casette in fila. Decisamente non colpisce subito.
Il centro della città, questo sì circondato dalle acque, è composto, vivace e tipicamente australiano. Costruzioni di legno e di vetro si susseguono una dopo l’altra, tutte basse e tutte ordinate e raccolte. Negozi, ristoranti, fish ‘n’ chips. Il traffico è pallido come le tinte pastello degli edifici e il sole che si specchia negli harbour abbaglia e riscalda. Parchi, panchine e percorsi pedonali e ciclistici circondano la Mandjar Bay, la principale insenatura su cui si affaccia la città. La stagione invernale rende il tutto un po’ smorto, spento, quasi appannato, ma è normale pensare a come l’estate possa portare calore sia umano che atmosferico e questa stazione balneare ora così tranquilla.
Fin qui niente di spettacolare o degno davvero di nota. Bisogna attendere che la passeggiata ci porti fino alla Venetian Canals Residential Area prima di trovare una sorpresa. Quest’ara residenziale è stata chiamata così perché lo spazio urbano si sviluppa su isolotti circondati da canali. Su queste piattaforme di terra edifici moderni e lussuosi fanno trasparire tutto il benessere che l’Australia può vantare. Case residenziali che si affacciano su vie d’acqua e strade che hanno nomi tipo Arsenale Lane, Veneto Lane e The Lido. Lungo i canali quasi immobili scene di ormeggi e di marina che ricordano Venezia come Copenaghen e rendono la barchetta un accessorio indispensabile per i residenti. A pochi passi da queste vie c’è una piccola spiaggia di sabbia e qualche gioco per i bambini.
Continuando a camminare lungo un ponte che a me ricorda incredibilmente il Valentine’s Bridge di Taipei si giunge al Mandurah Ocean Marina, un porto turistico fatto a ferro di cavallo che ospita, oltre ad innumerevoli imbarcazioni, negozi, ristoranti, il Fishing and Sailing Club e i servizi di rimessaggio per le barche. Una città dentro alla città. Unico neo: le persone. La stagione invernale è la principale responsabile dell’atmosfera malinconica. Molti esercizi chiusi, quasi nessuno in giro, posti deserti, ma è un giovedì mattina di inverno. Non ci si può aspettare la folla delle domeniche estive, le ragazze in bikini e i viali pieni di gente. Sono però anche convinto che d’estate, quando la folla invade davvero ogni centimetro di questo posto, giornate come questa possono anche arrivare a mancare.