Come molti di voi già sanno, per preservare i miei neuroni dallo scempio finale – e il mio esofago dal transito di eccessive mareggiate di vomito – da anni mi tengo alla larga da trasmissioni televisive con esseri umani che blaterano più o meno dal vivo: telegiornali, talkshow, reality, talent, telequiz, pubblicità. Questo isolamento protettivo è una manna, una benedizione, però al tempo stesso mi espone a nuovi stati d’ignoranza. Ignoranza voluta, s’intende. Però a volte mi nascono piccole curiosità impossibili da soddisfare. Perché io in compenso leggo molto, ma leggendo ci vengono precluse (risparmiate?) le “pronunce”. Magari qualcuno di voi può aiutarmi a chiarirne una, davvero piccolissima: i pappagalletti stupidini che si riempiono di continuo il becco con l’insulsa espressione “2.0”, la pronunciano (intendo dire parlando fra “italiani”) “duepuntozero” o, come invece temo, “tudabtziro”?
Come molti di voi già sanno, per preservare i miei neuroni dallo scempio finale – e il mio esofago dal transito di eccessive mareggiate di vomito – da anni mi tengo alla larga da trasmissioni televisive con esseri umani che blaterano più o meno dal vivo: telegiornali, talkshow, reality, talent, telequiz, pubblicità. Questo isolamento protettivo è una manna, una benedizione, però al tempo stesso mi espone a nuovi stati d’ignoranza. Ignoranza voluta, s’intende. Però a volte mi nascono piccole curiosità impossibili da soddisfare. Perché io in compenso leggo molto, ma leggendo ci vengono precluse (risparmiate?) le “pronunce”. Magari qualcuno di voi può aiutarmi a chiarirne una, davvero piccolissima: i pappagalletti stupidini che si riempiono di continuo il becco con l’insulsa espressione “2.0”, la pronunciano (intendo dire parlando fra “italiani”) “duepuntozero” o, come invece temo, “tudabtziro”?