di Elia Belculfinè
1
I Luoghi Parlano Di Chi Li Abita,
Molti Sono Passati Di Qui
Lasciando Cappelli Chiavi
Pacchetti Di Sigarette, Portapillole,
Sono Frattali Armonici Nel Mio Cervello Tutti e gli
ombrelli, gli scialli, pacchetti
di fiammiferi vuoti
Motivetti _Appena
Accennati. Non Vanno Via Dalla Testa
I Miei Mantra, Gioielli
In Una Scatola Da Poco.
E Giornali A Perdere, Stringhe Di Scarpe
Poesie. La Poesia È Fisica.
E’ Come un merlo che sbaglia la traiettoria
e ti sbatte sul petto
in un mattino come questo mentre
sorseggi il tuo tè in una tazza con sopra
due orsacchiotti che si
abbracciano
Io Ho Abitato Molti Luoghi – Lutti – Fortunali, Il
Diritto Del Fuoco Dei Poveri Che Scalda Di Più
Che Scalda Di Più, vivaddio.
2
Fiocco Di Neve che Risplendi Per Te Solo,
Ho Voglia Di Una Sigaretta,!
Di Mangiare La Neve Con Gli Occhi Nudi, Ho Voglia Di Lasciarmi Abitare
In ciò Di Cui Sono capo di dicastero
Mangia Il Mio cerchio visibile, Bevi Con Me Con Gli Occhi
La Mia Neve Caduta Sul
Mio Olmo. Scrivimi___ Una Lettera con l’inchiostro_ rosso
3
Alla Fine
Il Vecchio, che lo dicevano saggio,
Decise Di Farsi
Chiamare Torrente-Gelido, Perché
L’inverno, L’inverno,
Amore È Una Questione Anagrafica, l’inverno è Una
Questione D’amore, di oggetti smarriti.
Rotola,
Rotola Il Sasso, Così Come Il Cuore, scricchiolando E
I Cordigli Del Carrozzone che mi tocca
Ingrassare ogni stagione.