“La cultura armena, ha sottolineato Pierfranco Bruni, è una di quelle presenze etniche che andrebbe studiata con più attenzione e con un particolare riguardo soprattutto ai processi antropologici e religiosi che hanno una profonda matrice cristiana. Non può essere più non considerata una cultura a sé rispetto a quelle che vengono normalmente tutelate da una legge che salvaguarda e valorizza le lingue minoritarie (ma con le lingue chiaramente entrano in gioco anche gli aspetti etno – antropologichi e letterari). “Mi riferisco, certamente, aggiunge Pierfranco Bruni, ad una cultura che ha antiche radici e ad una “minoranza” che va considerata storica. Ha un patrimonio artistico e letterario abbastanza consistente e considerevole anche dal punto di vista di una letteratura che ha saputo esprimere una forte tensione sia politica che esistenziale”. Lo studio vedrà la luce entro l’anno e si lega ad un Convegno di studi sulle Etnie storiche in Italia, nel corso del quale verrà presentato ufficialmente, il lavoro sugli Armeni. Nell’articolazione complessiva della ricerca originale è lo studio di Pierfranco Bruni, che pone in un discorso contestuale in termini antropologici, etnici e religiosi, in una particolare interpretazione, il popolo Armeno con il popolo Albanese, perseguitati, entrambi, dagli Ottomani. “Siamo in un contesto completamente diverso, sottolinea Pierfranco Bruni, ma gli Armeni che subiscono il primo genocidio della storia, tanto che il termine ‘genocidio’ nasce proprio con loro, sono quel popolo e quella civiltà che difendono fino in fondo la cristianità essendo un popolo già di per sé cristiano, mentre gli albanesi difendono la cristianità per difendersi dalle invasioni ottomane e Scanderbeg è l’emblema dell’eroismo di quel loro mondo in un problematico Oriente balcanico”.
Una pubblicazione sugli Armeni tra civiltà ed etnia nel nuovo studio di Pierfranco Bruni
Da Lalunaeildrago“La cultura armena, ha sottolineato Pierfranco Bruni, è una di quelle presenze etniche che andrebbe studiata con più attenzione e con un particolare riguardo soprattutto ai processi antropologici e religiosi che hanno una profonda matrice cristiana. Non può essere più non considerata una cultura a sé rispetto a quelle che vengono normalmente tutelate da una legge che salvaguarda e valorizza le lingue minoritarie (ma con le lingue chiaramente entrano in gioco anche gli aspetti etno – antropologichi e letterari). “Mi riferisco, certamente, aggiunge Pierfranco Bruni, ad una cultura che ha antiche radici e ad una “minoranza” che va considerata storica. Ha un patrimonio artistico e letterario abbastanza consistente e considerevole anche dal punto di vista di una letteratura che ha saputo esprimere una forte tensione sia politica che esistenziale”. Lo studio vedrà la luce entro l’anno e si lega ad un Convegno di studi sulle Etnie storiche in Italia, nel corso del quale verrà presentato ufficialmente, il lavoro sugli Armeni. Nell’articolazione complessiva della ricerca originale è lo studio di Pierfranco Bruni, che pone in un discorso contestuale in termini antropologici, etnici e religiosi, in una particolare interpretazione, il popolo Armeno con il popolo Albanese, perseguitati, entrambi, dagli Ottomani. “Siamo in un contesto completamente diverso, sottolinea Pierfranco Bruni, ma gli Armeni che subiscono il primo genocidio della storia, tanto che il termine ‘genocidio’ nasce proprio con loro, sono quel popolo e quella civiltà che difendono fino in fondo la cristianità essendo un popolo già di per sé cristiano, mentre gli albanesi difendono la cristianità per difendersi dalle invasioni ottomane e Scanderbeg è l’emblema dell’eroismo di quel loro mondo in un problematico Oriente balcanico”.
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