Una questione di privacy

Creato il 06 dicembre 2010 da Valepi
Quando, ormai più di un decennio fa, nel pieno di un vortice da crisi di identità in cui i miei me facevano a cazzotti con i me che avrei voluto essere, quelli che avrei dovuto, quelli che gli altri vedevano e quelli che gli altri volevano… insomma, quando, assolutamente inconsapevole di questi casini tra me e me, ho deciso di abbandonare la mia isola felice (!!), una delle domande che più mi vorticava per la testa era “fuori dai confini del mio mare, in un contesto nuovo, con persone nuove e in situazioni nuove, sarò sempre la stessa? Verrò fuori sempre così contorta? O le persone mi vedranno e vivranno in un modo diverso?”
A parte che, dopo una decina d’anni, una si rende conto che non si sfugge ai proprio specchi e che, per quanto mare si provi a mettere tra se stessi e la propria ombra, prima o poi una superficie riflettente si trova e si è costretti a fare i conti con i propri fantasmi o con una Wendy che ci ricuce addosso l’ombra… a parte questioni risolte ed irrisolte, ho sempre effettivamente adorato la sensazione di poter andare in giro da sola potendo essere una, nessuna, centomila.
È una sensazione che associo abitualmente ai viaggi, alle stazioni, ai treni e agli aeroporti, ma anche alle città che mi hanno accolto senza che mai si trasformassero nella MIA città.
Adoro passeggiare senza essere riconosciuta e salutata, senza dover guardare per forza le persone alla ricerca di un volto noto per scoprire, al contrario, il piacere di guardare ogni viso ed espressione come fossero la rappresentazione teatrale di vite sconosciute.
Ho adorato fare la ragazza con la valigia in giro per il mondo, ho cercato di prolungare per quanto possibile questo personaggio, anche dopo il matrimonio, anche dopo la nascita di Princi..
Un sogno….
… infranto…
… trasformato in un incubo da quando vivo in un paese di 20000 anime…
… 20000 anime che si conoscono quasi tutte, che sono imparentate quasi tutte, o perlomeno lo sono con mia suocera, che considerano la suddetta suocera uno dei personaggi cardine del paese, dove mio suocero sembra essere l’elemento necessario e sufficiente per risolvere in tempi umani qualsiasi tipo di incombenza burocratica, dal rinnovo della carta di identità al cambio del medico…
UN INCUBO
Io che ero abituata a passeggiare, mangiare, fare colazione, fare qualsiasi cosa da sola, senza essere conosciuta, in splendide città, mi ritrovo in un posticino che di splendido ha solo il mare, dove rischio ad ogni passo di essere salutata con calore da persone che non ricordo di aver mai incontrato, dove anche comprare pomodori può diventare un delitto agli occhi di qualcuno…
“Suocera cara, ho visto tua nuora comprare pomodori… con tutti quelli che hai tu e che regali a chiunque!!!”
… …
Due fettine di fatti suoi, dite?
Allora non siete mai entrati alla posta con la cugina che vi chiede da dietro al vetro dell’ultimo sportello (ebbene si, è l’ultimo ufficio di tutta Italia a non avere ancora tolto il vetro): “Valepi, cosa devi fare?”… e non vi siete mai sentiti d’un colpo gli occhi di metà della fila che vi scrutano curiosi chiedendosi chi siate e cosa dobbiate fare e gli occhi dell’altra metà che vi scrutano con odio pensando che vogliate saltare la fila.
La privacy? Non esiste.
La burocrazia? Magari!!!
Almeno uno avrebbe la certezza di tempi e procedure.
Naaaah! Qui esiste solo la conoscenza, la parentela, l’amicizia…
Se sei del giro puoi tutto e hai tutto, anche i fatti tuoi sulla bocca di tutti…
… se non sei del giro, non sperare di riuscire a farti fare l’allaccio dell’acqua…
… ma almeno i fatti tuoi li saprai solo tu!

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :