Orientarsi nel labirinto della lotta di classeA proposito del libro di Domenico Losurdo, La lotta di classe. Una storia politica e filosoficaElena Maria Fabrizio
"Non è stato l’Occidente a essere colpito dal mondo; è stato il mondo che è rimasto colpito - e duramente colpito - dall’Occidente" A. Toynbee, Il mondo e l’Occidente
L’assenza cronica di visioni globali della storia è il più grave colpo inflitto dall’umore
postmoderno alla contemporaneità. Di questa assenza soffre anche certa cultura marxista, spesso
retrocessa a visioni che hanno rimosso dall’orizzonte storico la portata universalistica del conflitto
di classe, qualche volta ridotto a semplice stagione del più ampio processo moderno di
emancipazione, qualche altra a progetto fallimentare di cui solo la tradizione liberal-riformista
avrebbe saputo tesaurizzare gli aspetti propulsivi.
In questa situazione culturale e politica analizzare i processi storici attraverso la categoria
della lotta di classe è un’operazione coraggiosa perché tocca questioni ideologiche e etico-politiche
che dal crollo del comunismo sovietico è politicamente scorretto, se non scandaloso, evocare. La
critica dell’ideologia però resiste, in uno studioso che ne è tra i più illustri e forse ortodossi
rappresentanti e di cui ci sono noti i meticolosi controcanti all’edificante apologia di quella storia
che l’Occidente proclama come progressiva e propria. Con questo libro, Losurdo riprende il filo di
una ben nota narrazione che si vuole far passare per fallita o passé, ma che forse non si conosce
ancora abbastanza. Ne scandaglia l’interna complessità e senza riduzionismi di sorta ci restituisce
una visione globale della storia nella quale la lotta di classe riceve il...
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