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una recensione dell’amico Paolo Bassi: Nadia Terranova: “Gli anni al contrario” – Einaudi Stile Libero

Creato il 28 febbraio 2015 da Atlantidelibri

una recensione dell’amico Paolo Bassi:

 

Nadia Terranova: “Gli anni al contrario” – Einaudi Stile Libero

 

Gli anni ’70 fanno da fondale all’adolescenza di Giovanni e Aurora e questi due giovani fanno, a loro volta, da fondale a quel periodo buio, pieno di contraddizioni e d’illusioni che ebbe il suo culmine nel ’77 quando, a Bologna, venne ucciso Francesco Lo Russo.

I due ragazzi vivono a Messina, lontano quindi dai fermenti politici del periodo: lì non si fa la rivoluzione, non c’è lotta armata, si ricevono soltanto notizie e, al più, ci si ritrova a teorizzare in qualche circolo o appartamento. E’ questo che a Giovanni sta un po’ stretto: anzi molto. E’ figlio di un avvocato comunista che, a detta sua, di comunista ha ben poco e vive in un limbo di indecisione che lo rode dentro sempre più. Aurora, invece, fin da bambina, si chiude in bagno per poter studiare con tranquillità e “prendere sempre nove”; questa sua caratteristica le rimarrà appiccicata anche durante gli anni dell’università, dove sarà sempre considerata un punto di riferimento per i suoi compagni e, spesso, anche per i docenti. Figlia del “fascistissimo” conosce, per motivi di studio, Giovanni e se ne innamora. A questo punto la narrazione procede sull’onda di questa nuova famiglia, sulla loro organizzazione, le loro speranze e la nascita di Mara, la loro figlioletta. Come facilmente si può intuire, i nodi vengono al pettine, quando Giovanni non riesce più a sopportare quella situazione, una vita di provincia, una vita lontana dai gesti eroici che lui ha sempre sognato. Si moltiplicano i viaggi al Nord, Giovanni si spinge fino a Berlino, a volte Aurora lo segue, a volte no. Pur essendo sempre presenti nei suoi pensieri, Aurora e Mara non riescono a evitare la lenta ma inesorabile, discesa di Giovanni lungo la china della droga. Non c’è più rivoluzione, ma non si trova una redenzione. Ci sono alcune pagine di speranza tenute insieme dall’amore di Aurora e dalla presenza di Mara, ma, come si sa, anche se è l’ultima a morire, la speranza troppo spesso e troppo presto muore.

Leggendo il libro sono stato sempre spinto a voltare pagina per vedere cosa stava succedendo e questo, per me, è un buon “indice di gradimento”. Poi ho pensato: io ci sono stato in quegli anni ma Nadia di sicuro no e comunque è riuscita a fissare particolari che ben hanno descritto ciò che ribolliva dentro gli animi e le teste di molti di quella (anche mia) generazione. Ho apprezzato molto il fatto che politica, “rivoluzione”, guerriglia, esaltazione siano stati lasciati sullo sfondo di questa storia che, se anche ha utilizzato l’amore tra due giovani per parlare di quegli anni, è riuscita a “carpire” la mia attenzione.

Sicuramente alcuni potrebbero bollarlo come una sorta di banalità, un passaggio superficiale su un periodo storico che avrebbe avuto mille motivi per essere approfondito, però io, nella mia semplicità di chi leggendo vuole anche godersi una riga dopo l’altra, mi sento di “bollarlo” con qualche stellina e, come ho fatto, di consigliarlo pure.

Paolo Bassi

 

Paolo Bassi, infaticabile diffusore di cultura, tra le altre cose, cura anche la rivista INGRESSO LIBERO

http://www.ingresso-libero.com/  

 

Sarebbe più appropriato dire “chi sono” in quanto questa rivista, che rappresenta forse una delle poche eccezioni in campo italiano, è stata ideata, realizzata e gestita autonomamente da me senza l’intervento di altre persone se non quelle che mi forniscono quei contributi che potete vedere sulle pagine di questo sito ed anche in formato cartaceo. Di conseguenza sono io l’unico colpevole di “Ingresso Libero” che è nato dall’esigenza di avere e di fornire a chi è interessato uno spazio dove poter leggere, poter scrivere e, non ultimo, di poter scambiare idee e opere che altrimenti rimarrebbero “nel cassetto”. E’ vero, scelgo io ciò che viene pubblicato, ma non lo faccio con la presunzione del maestro, semplicemente cerco di dare spazio a coloro che dimostrano passione e talento e che, con quello stesso talento spingono sempre più in alto la loro passione.

“Ingresso Libero” è nata nel gennaio 2012, mi hanno detto come “fanzine” e io, che pensavo fosse una brutta cosa ho scoperto, interpellando San Wikipedia, che invece: “Il termine inglese fanzine nasce dalla contrazione delle parole fan (da fanatic, appassionato) e magazine (rivista), e può essere tradotto in italiano come rivista amatoriale. Indica le riviste realizzate da appassionati di qualche particolare genere o fenomeno culturale (quali possono essere letteratura, musica, fumettistica, ecc.) e rivolte a un pubblico specifico”.

Ora (Giugno 2012), grazie all’indispensabile intervento di un amico esperto posso vantarmi anche del termine “rivista on-line” e procedere esattamente come prima: mantenendo cioè il numero di copie cartacee uguale (il mio budget arriva solo fin lì), ma avendo però la certezza che molte persone in più avranno la possibilità di conoscere queste pagine.

Bene, a me non rimane altro che salutarvi e a voi di leggere … e, magari, scrivere.

 

Paolo Bassi

 

Mi potete sempre trovare a:

[email protected]

338 149 2760

 



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