Due sono i titoli, involontariamente suggeriti dal mio amico e collega Beppe Iardella -un livornese doc dissacrante e canzonatorio- di cui vi parlerò oggi. E quale giorno migliore di oggi per parlare di argomenti etici e morali, di nuove generazioni -emergenti e aggressive- e di vecchie mummie -riesumate e da cremare in via definitiva-.
Due titoli che all'apparenza sembrano correre su binari paralleli ma che in realtà, a mio immodesto parere, si allontanano da subito a velocità siderali.
Baricco da risposte continue, spiegazioni e a volte giustificazioni fino ad arrivare al capitolo finale dove, con una virata improvvisa ci spiazza e con un gancio fatale e violento ci pone la domanda che mai vorremmo ci fosse fatta: ce la faremo a guadare il fiume nell'unica direzione possibile e senza voltarci indietro?
Serra invece, con una tecnica contraria ma di non minor effetto scenografico, parte da domande intime e indiscrete fino ad arrivare alla certezza salvifica di un passaggio di testimone generazionale ottimista e senza alternative.
Annoto due passaggi ad effetto, da I barbari.
"E' un viaggio per viandanti pazienti, un libro"... standing ovation.
"Non c'è mutazione che non sia governabile. Abbandonare il paradigma dello scontro di civiltà e accettare l'idea di una mutazione in atto non significa che si debba prendere quel che accade così com'è, senza lasciarci l'orma del nostro passo. Quel che diventeremo continua a essere figlio di ciò che vorremo diventare. Tanto inutile è il ristare impietrito di tante muraglie avvitate su un confine che non esiste, quanto utile sarebbe un intelligente navigare nella corrente, capace di rotta e sapienza marinara. Navigare sarebbe il compito. Essere capaci di decidere cosa, del vecchio mondo, vogliamo portare fino al mondo nuovo." Illuminante.
Grazie Beppe
Buona lettura
Luca