Hanno celebrato giorni interi, in ogni chiesa sparsa per l’Australia, dalle cattedrali alle chiesette sperdute su questo continente-paese, con bandiere, feste, barbecue, canzoni, incontri…..
Che hanno da festeggiare, direte voi. Hanno per caso vinto i mondiali di calcio? Naaaaa…quello non potrà mai accadere (non me ne vogliate aussie, siete bravi a rugby ma il calcio lasciatelo a noi eh? Si lo so che ai mondiali 2006 poco ci mancava che ci mandavate a casa ed è successo…si lo sappiamo cosa è successo…però insomma dai…..tenetevi il rugby e state buoni..)
Dicevo, che hanno da festeggiare?
Hanno festeggiato il primo santo cattolico. Non un uomo. Una donna. Due rivoluzioni in un baleno. Dopo il primo ministro donna (prima volta in Australia….da noi quando? No, giusto per sapere….penso che neanche il nostro buon Padre Pio potrebbe far avverare un simile miracolo…) adesso anche il primo santo appartiene al gentil sesso….che figata….ecco perchè amo questo paese.
Ma è anche vero che in Australia ci sono più donne che uomini…..e una donna come Mary Mackillop, la santa in questione, non può passare inosservata. Ha dedicato la sua vita ai bambini poveri e ha denunciato un prete pedofilo….grande donna….
Non vi voglio tediare con sermoni e storie religiose, biografie polverose e omelie da quattro soldi…voglio solo rimarcare la goia e l’orgoglio di una nazione che ieri ha festeggiato un avvento, per loro straordinario…
Per noi non lo è, o almeno è importante ma ci siamo abituati. Abbiamo alcuni santi più popolari di altri, come il San Gennaro di Napoli o il Padre Pio da Petrelcina…hanno il loro seguito, sono venerati e soprattutto nel caso del Padre Pio ci sono pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo direi da tutto il mondo….
Per gli australiani è tutto nuovo. Io non so come hanno commentato i media italiani questo avvenimento, ho visto su internet qualche articolo….ma a livello di notizia, non ho letto approfondimenti sulle conseguenze e il significato di questa canonizzazione. La notizia è che una suora che ha denunciato un prete pedofilo è oggi santa. Benissimo e giustissimo. Ma cosa significa questo per gli australiani? Non c’è traccia di questo negli articoli italiani….
Forse perché l’Australia non interessa a nessuno. A parte agli Australiani, a me e a voi che mi leggete….
Ieri sono andata a messa. Non ci andavo da quando sono arrivata in Australia. Confesso.
In Italia ero più seria: messa tutte le domeniche, digiuno prima della Pasqua, messa di Natale e via dicendo…
Quando ho mollato tutto per l’Australia, ho lasciato dietro anche la fede. Non credevo più in niente e pure Dio (scusami, Signore, ma è vero) me le aveva fatte girare alla grande….
E qui, in una terra così diversa, con confessioni diverse e un’identità di stato secolare molto più marcata rispetto alla nostra (ma in qualsiasi altro stato occidentale-democratico si sente meno l’identità cattolico-cristiana…qui in Australia il Papa in tv lo vedo una volta al mese quando va bene…in Italia tre volte al giorno….e scusami ancora, Signore, ma è vero…) dicevo in un paese così diverso e con una lingua che non mi appartiene, per me è stato difficile entrare di nuovo in una chiesa.
Ieri, non so perché, ho voluto provarci. Era la chiesa di Saint Patrick in Bondi Road. Semplice costruzione in mattoni marroni rossicci, pareti interne ricoperte per metà con gli stessi mattoni e per la parte restante in semplice calce bianca. Quadri appesi ai muri che rappresentano la Passione id Cristo. Nessuna decorazione o pittura che minimamente ricordi le straordinarie bellezze artistiche italiane….ma comunque era carina.
Ma l’autentica figata è stato il maxi schermo. Non ci potevo credere. Quando dico che gli australiani sono avanti, lo intendo davvero. Alle volte io proprio rimango.
Vicino all’altare il parroco (che poi ho scoperto essere francese emigrato in Australia) ha fatto mettere un maxi schermo dove far scorrere la parole del messale e dei canti…così chiunque, madre lingua inglese o no, può seguire la messa…ma in italia no?? Sapete quante volte entravo in chiesa e mi veniva il nervoso perchè non trovavo il libretto per seguire la cerimonia? Provavo a sbirciare il libretto del fedele accanto a me ma quello, puntualmente si allontanava quasi per dispetto….cristiano del piffero….
La lingua è sempre stato uno dei motivi per cui non sono più andata a messa in Australia. Un conto è seguire la cerimonia nella tua lingua…è una cosa troppo intima, io non pensavo di riuscirci in inglese. E invece, con il maxi schermo e la proiezione a caratteri cubitali che avrebbe letto anche un cieco, sono riuscita a seguire bene.
E ho pregato in inglese!! Mai fatto prima! Ho recitato il Padre Nostro e il Credo in inglese. Le parole sono praticamente identiche!
Scusate il delirio…non voglio annoiarvi, era solo una parentesi per raccontarvi come questo paese ieri ha vissuto quello che agli occhi del mondo non è forse così importante. Ogni nazione di origine cristiano-cattolica ( se non sbaglio) ha almeno un santo….l’Australia no.
E ieri i fedeli in quella chiesetta di San Patrizio era più che eccitati. Erano tesi e forse increduli. Ci sono state decine di messe, festeggiamenti, cerimonie….bandiere australiane e immagini della santa hanno invaso le strade dell’Australia…e per un paese notoriamente secolare-laico queste immagini sono scioccanti….
Cosa vuol dire avere un santo, come nazione? Ci avete mai pensato?
Non parlo solo ai cattolici, cristiani etc…parlo a tutti in generale.
Perchè per una nazione poco conosciuta, nota nel mondo per qualche merito sportivo, l’isolamento totale (miiii vai in Australia? Miii ma sta a puttemburgo!! No, dai……) i canguri e i koala, il surf e le bionde ( e io ci metto pure i biondi, e che capperi….) avere un santo in paradiso è come avere un riconoscimento ulteriore a livello internazionale: abbiamo anche noi un santo, anche noi contiamo qualcosa, anche noi abbiamo tra il nostro popolo persone capaci di miracoli, persone che nella loro vita hanno fatto cose fantastiche…
Perché la santità è anche politica. E lo sappiamo.
Non a caso ieri a Roma c’era il ministro degli esteri australiano, Kevin Rudd, a rendere omaggio alla santa e qui in Australia il primo ministro, Julia Gillard, non solo ha partecipato alle celebrazioni ma ha anche voluto rimarcare quanto questa canonizzazione sia importante per tutta la nazione, cattolici e non.
I cattolici qui sono 5 milioni (su 20 milioni di abitanti)…ma ci sono molti ebrei, ortodossi, protestanti, musulmani e chi più ne ha più ne metta…è un crogiuolo di razze e religioni fantastico…
E se andate a leggre i commenti nei giornali di oggi, molti di quelli che si dicono contenti per la canonizzazione di Suor Mary Mackillop non sono credenti….
Sono contenti perchè il mondo da ieri conosce un’australiana che ha fatto della sua vita una battaglia per la difesa e l’educazione dei bambini più poveri, per questi bambini ha lottato contro la chiesa, per questi bambini ha denunciato un prete pedofilo. Ha lottato contro il clero e il Papa l’ha fatta santa! Ed è australiana. Come fanno gli aussie a non essere orgogliosi? Lo sono io porca miseria!
Ha compiuto due miracoli la nostra Mary (dico nostra, perché anche se aussie è una santa cattolica, quindi pure io, che non sono aussie ma penso di essere cattolica, posso pregarla….almeno penso….vero Signore?) ha fatto guarire improvvisamente di leucemia una ragazza di 33 anni e di cancro al cervello e al polmone una donna di 49 anni.
Ora qui possiamo argomentare se i miracoli accadono davvero….se il fatto che la scienza non può spiegare qualcosa riconduca per forza alla spiegazione divina o invece non sia solo il fatto che la scienza ANCORA non ci è arrivata a capire le cause…ma magari tra 10 anni la conoscenza e il progresso saranno ad un livello talmente avanzati da spiegare tutto….comunque nel frattempo noi ci affidiamo a Dio (Scusa Signore, sono una cattolica anomala……).
Io non voglio aprire qui questa discussione, perché voglio parlare degli australiani.
E di questa donna di origini scozzesi che li rappresenta, dire,i perfettamente. Ostinata, orgogliosa, indipendente. Diventa suora a 25 anni, fonda l’ordine delle sorelle di Saint Joseph a Penola, nel South Australia, insieme a padre Jillian Woods (di cui secondo me si è innamorata e pure lui era bello preso…erano carini dai per quel tempo…dai..dai….dai….)
Insieme condividono l’idea di insegnare ai bimbi poveri (l’educazione nell’ottocento in Australia non era obbligatoria ed era molto costosa), fondano la prima scuola nel 1866 a Penola e iniziano la loro avventura.
Il clero locale volwva controllare le suore, ma la Mary non ci pensava proprio: l’ordine doveva essere indipendnete. Elemosinavano per aver i soldi, non volevano essere controllate da nessuno. Ma capite quanto erano avanti ste suore?
Mary trova pure il coraggio di denunciare un prete pedofilo in un paese vicino, un uomo disgustoso che abusava di bambini e bambine…pensando di rimanere impunito.
Ma la Mary denuncia e per questo viene scomunicata. Ma ci rendiamo conto? La scomunica avviene con un rito farsa, per nulla legale, portato avanti dal vescovo locale, il quale dopo pochi mesi, in punto di morte, si pente e assolve la suora.
Ve la faccio breve, giusto per farvi capire quanto è santa questa donna: stufa del dispotismo e degli attacchi del clero locale, la Mary parte, da sola (poi dite che io sono coraggiosa???) con una valigietta, prende la prima nave e va in Europa (altro che 22 ore di volo con gli Emirates…settimane di navigazione…settimane!) a Roma precisamente, per chiedere il riconoscimento del proprio ordine direttamente al Papa. Mica scema….ha pensato: o vado dal boss e mi faccio riconoscere o altrimenti continueranno a tormentarmi…
E il Papa ha riconosciuto l’ordine, con qualche aggiustamento (tipo che le suore dovessero essere un po’ meno povere di quanto il loro statuto comandasse…qualche proprietà, per la miseria, potevano anche averla, e che capperi..che convento serio eh altrimenti?). Padre Woods non ci ha visto più, lui credeva nella povertà assoluta dell’ordine (aiutare i poveri vivendo nelle loro stesse condizioni) ma la Mary, che oltre a essere una super suora era pure un’ottima politicante, ha invece accettato le richieste romane. Così l’idillio tra Woods e la Mackillop è finito.
I guai, invece, non erano finiti.
Tenetevi forte e non ridete: la grande Mary, per alleviare il dolore del ciclo mestruale (voi uomini non potete capire, quindi non giudicate) beveva il brandy. Ci andava giù alla grande, da vera australiana, ma a quanto pare i dolori al basso ventre erano assurdi, le suore raccontano che stava in branda tre giorni senza alzarsi, e visto che l’Aulin ancora non lo avevano inventato sta povera crista solo il brandy aveva per stare un po’ meglio…
Io lo uso ancora oggi ed è una cannonata credetemi. Quando finisce l’aulin quello è l’altra mia risorsa
Morale della favola: il clero l’accusa di essere un’ubriacona e la trasferisce a Sydney.
E qui vive gli ultimi 25 anni della sua vita. Grazie a lei sono nate decine di scuole, ospedali, centri caritatevoli e ancora oggi ci sono diverse scuole gestite dall’ordine che lei stessa ha fondato.
Ha fatto tutto da sola, Mary Mackillop. E gli australiani sono orgoliosi per quello che questa donna ha fatto durante la sua esistenza, non per i miracoli, veri o presunti, che lei, forse, ha in qualche modo fatto accadere.
Da ieri il mondo conosce un po’ di più l’Australia e la sua gente così testarda, ubriacona, fiera, altruista e sensibile.
Forse è questo il vero miracolo…
Un bacio dalla Maga religiosa….
Sarà…ma a quanto pare il sesso della santa a nessuno interessa quaggiù….