Una scoreggia salverà il mondo – identità golose 2016 (1)

Da Trentinowine

A "Identità Golose", alle 10:30 del mattino, è appena cominciata la prima giornata di questo congresso internazionale degli chef. C'è ampio spazio dedicato al vino, ma a questo arriveremo tra un po'.

Entrando, si vedono gli ingredienti tipici della fiera di settore.

Ci sono abbattitori domestici e macchine in grado di creare una marmellata di fragole sottovuoto nel giro di 15 minuti (buonissima, l'ho provata). Dicono i produttori che in questo modo si rinuncia alla poesia ma si conservano tutti (o quasi) gli elementi nutritivi della frutta.

Ci sono anche cose meno esoteriche: lavastoviglie, attrezzi da cucina.

Ci sono gli stand dedicati ai prodotti tipici, al culatello di Parma, c'è un enorme provolone usato come ariete contro un gong di cartone, uno stand con erbe aromatiche di ogni genere.

In sala stampa, c'è un enorme schermo che riproduce quanto sta avvenendo nella sala principale dei congressi, dove c'è Davide Scabin che ci invita a (testuali parole) "scoreggiare per salvare il pianeta". Siccome una mucca emette 240 litri di metano ogni giorno, questo è il ragionamento, bisogna mangiar carne al massimo una, due volte la settimana; ma per evitare di mangiar carne bisogna mangiar legumi: e l'effetto è quello. Evidentemente il bilancio finale è favorevole, nonostante il maggiore apporto umano. Favorevole per il pianeta, si intende.

Mi guardo attorno. Siamo solo io e una elegante signora vestita in giallo, dalla figura slanciata, che digita su di un portatile. Non sembra avere nessuna intenzione di seguire il consiglio dello chef, grazie a Dio.

Mi reimmergo nella folla e mi imbatto in una faccia nota. Dopo un momento mi rendo conto: è Simone Salvini, lo chef sbertucciato da Crozza nei panni dello chef Germidi Soia (del ristorante Satùt-de-Carton). Qui collabora con Alce Nero.

Verso le 12, lo spazio comincia a riempirsi. I visitatori cominciano anche a dimostrarsi interessati al cibo.

Allo stand della Selecta ( http://www.selectaspa.it/) c'è molta gente. Distribuiscono piattini con le loro primizie, come le chiamano loro: salumi, formaggi, dolci. Assaggio un curioso formaggio al caffè e chiedo notizie. Non c'è nulla di stampato e gli agenti sono tutti impegnati. Non c'è neanche un vicino ai prodotti, da inquadrare per poter avere informazioni tramite lo smartphone. Pazienza.

A fare una focaccia con le farine Petra c'è Massimo Giovannini che ne propone una condita con pasta di ceci (ammollati, cotti 12 ore e poi frullati), baccalà islandese, broccoli, cipolle di Tropea passate in forno marinate 10 ore nel vino rosso, un pizzico di olive taggiasche essiccate e ridotte in polvere a coltello. Quasi quasi questa sera la rifaccio a casa. Ah no, che scemo, non ho i broccoli.

C'è abbastanza coda allo stand della pasta Felicetti. Ne vale la pena, la pasta è buona (monograno Senatore Cappelli). Viene servita con un pesto, delle patate e non ricordo che altro: ero troppo affamato.

E ora passiamo al vino...

[ continua - 7 marzo 2016 ]