Ma perché arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti. [Il calore del sangue]
Sì, proprio un'umanità quasi dimenticata, caratteristica insita nell'uomo. In un periodo così travagliato e straziato dalla violenza, Irène Némirovsky (Iroka, 1903 - Auschwitz, 1942) riesce a catturare, nelle sue pagine, questo spirito incondizionato di bene. Tedeschi e francesi, unite dall'occupazione, convivono con le loro gioie e le loro paure, scoprendosi vicendevolmente come semplici essere umani. Una speranza, nella realtà, disincantata: il 13 luglio 1942 la scrittrice viene arrestata e deportata, perché ebrea, ad Auschwitz e vi morì qualche anno dopo per tifo. Anche il marito, Michel Epstein, morì gassato appena giunto al campo di prigionia.
Una lettura che consiglio e che vi saprà appagare nella sua voracità.
Buona lettura!