Perché gridare parole così per loro è come bere la pozione di Panoramix, è l'unione-che-fa-la-forza, è avere un grande obiettivo comune, provocare, inebriarsi con il profumo della rivoluzione, sentire sotto le dita il profilo tondo e vellutato del manico del coltello pronto a bucare il salvagente (verde) che tiene a galla il governo, il paese intero, è chiedere qualcosa di impossibile in previsione poi di lamentarsi e sparare a zero su tutti quelli che avranno messo loro i bastoni tra le ruote. E' farsi così belli e gonfiare il petto (verde) in previsione delle prossime elezioni (anticipate).
Nel frattempo, non hanno gli occhi di coloro che sanno davvero quello che stanno dicendo. E non è colpa del Recioto alla spina. Danno fiato alle corde vocali (verdi), senza rendersi conto che a furia di ampolle, l'acqua del Po gli ha alluvionato il cervello e come al solito nessuno gli rimborserà i danni. Perché se avessero davvero in mente quello che significa la parola secessione, non la direbbero tanto alla leggera. Non è come dire «Baso baso!» al matrimonio della putèla Teresina. Forse piuttosto come invocare «Stupro stupro!» alla sua festa di compleanno.
E allora concedete loro un bel referendum delle regioni, tanto ormai i referendum vanno alla grande, e contatevi, vedete chi ci sta, provate a tracciare sul serio un confine vero, di quelli che ci stanno bene poi coi cavalli di frisia e il filo spinato. Insomma, smettetela di darvi addosso, voi da una parte e loro dall'altra. Ditegli ok, dategliela una possibilità (verde), che ci provino, ma per davvero. Sono certo che solo così si renderanno conto una buona volta delle putanade che van a scorézar intorno, 'sti sboròn, ostregheta!