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Una settimana del mondo: gli esteri visti da NetWorld (28 luglio-3 agosto ’13)

Creato il 03 agosto 2013 da Bloglobal @bloglobal_opi
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Ecco il quarto appuntamento di NetWorld (gruppo di siti indipendenti che fanno informazione, analisi e approfondimenti sulla politica estera). NetWorld si compone di realtà nate dal basso, capaci di crescere nel tempo con redazioni composte da giovani professionisti, dottorandi, ricercatori, giornalisti che non appartengono a grandi gruppi editoriali, che non ricevono finanziamenti pubblici e che sono del tutto no-profit. Tutti uniti, però, con lo scopo di offrire una visione più ampia possibile e non legata a finalità partitiche o di bandiera sui temi della politica internazionale. I siti che fanno parte di NetWorld sono attualmente BloGlobal-Osservatorio di Politica Internazionale, East Journal, l’Antidiplomatico, Cronache Internazionali, ArabPress, Asiablog e Le Terre sotto vento.

Settimana: 28 luglio – 3 agosto 2013

La prima “notizia bomba” del mese di agosto è relativa alla spystory dell’estate: Edward Snowden, l’ex informatico e whistle-blower della CIA che aveva svelato al Guardian i dettagli del programma PRISM degli Stati Uniti, ha ottenuto l’asilo temporaneo di un anno dalla Russia lasciando così l’aeroporto Sheremetevo di Mosca dove era bloccato dal 23 giugno. Al di là della vicenda in sé, i cui contorni tuttavia non sono ancora tutti del tutto chiari, è certo che il “datagate” rappresenta un caso paradigmatico di come l’uso massiccio delle tecnologie informatiche stia ridefinendo le relazioni internazionali. È l’assunto di fondo dell’analisi di Simone Vettore per BloGlobal, che ci delinea problemi e prospettive della nuova diplomazia all’ombra della cyber sicurezza.

Ad ogni modo Washington, che ha espresso il proprio disappunto per la scelta di Putin, è impegnata a rilanciare il proprio ruolo politico sulla scena mediorientale: dopo mesi di shuttle diplomacy da parte di John Kerry e dopo tre anni di congelamento, sono ripartiti il 31 luglio i negoziati di pace tra Israele e Palestina. La Casa Bianca è alla ricerca di un successo storico e Cristina Gulfi di ArabPress ci spiega cosa c’è in ballo e quale strategia sta adottando Washington. Israele, intanto, non può non guardare con preoccupazione quanto sta accadendo ai propri confini meridionali anche a causa dell’instabilità dell’Egitto: Marco Piras su Cronache Internazionali ci spiega cosa sta accadendo nella Penisola del Sinai, dove tra le tribù beduine in contrasto con il Cairo sono sempre più numerosi i gruppi jihadisti e i trafficanti di armi, di droga e di persone. Ad ogni modo la crisi egiziana, aggiungendosi alla generale instabilità mediorientale, alimenta una riflessione sulle prospettive dell’Islam politico in un arco regionale che va dal Marocco alla Turchia dove vi sono ancora strascichi delle proteste di giugno. Ce ne parla Claudia Avolio, che ci riporta su ArabPress un articolo di Jonathan Laurence.

Regione che vai, Piazza Taksim che trovi e anche la Bosnia Erzegovina ha il suo Gezi Park: a Banja Luka, nella Repubblica Srpska, è infatti in corso da un anno una battaglia che vede al centro il parco Picin, un’ampia area verde situata nel pieno centro cittadino dove dovrebbe sorgere un centro commerciale. Chiara Milan su East Journal ci racconta cosa accade in un Paese ancora profondamente diviso a vent’anni da Dayton. A condividere la convivenza di due culture diverse, che rende difficile il processo identitario e di integrazione socio-culturale, è, più in là nell’Est Europa, la Lettonia. La piccola Repubblica baltica ha recentemente ricevuto il via libera per accedere dal 1 gennaio 2014 all’eurozona in ragione dell’aderenza ai criteri previsti e alle positive performance economiche degli ultimi anni. Ma è davvero così vigorosa la ripresa economica di Riga? A questo quesito risponde Nicola Piemontese su L’Antidiplomatico.

Ricchezza e povertà è uno dei dilemmi – se non il maggiore – di molti Paesi dell’Africa sub-sahariana dove, a fronte della presenza di enormi ricchezze naturali e minerarie, si lotta per la sopravvivenza: è il caso dello Zimbabwe, dove le politiche di indigenizzazione hanno allontanato il Paese dai grandi investimenti esteri. Una situazione esplosiva, come analizza Salvatore Denaro su BloGlobal, che tuttavia non ha impedito a Robert Mugabe – al potere ad Harare dal 1980 – di ricandidarsi ancora una volta alla presidenza, questa volta sfidando il suo Premier Morgan Tsvangirai. E non sono di certo mancate le polemiche sulla regolarità del voto.

Elezioni controverse si sono svolte anche in Cambogia, dove l’opposizione del Partito Cambogiano di Salvezza Nazionale (CNRP) si dice sicura di aver battuto il Partito del Popolo Cambogiano (CPP) – al potere dal 1979 – che tuttavia, secondo i dati del Governo, avrebbe ottenuto la maggioranza dei seggi. Alessio Fratticcioli su Asia Blog ci racconta come si sta evolvendo la situazione a Phnom Penh. Infine uno sguardo su un altro Paese dell’Indocina grazie a Pino Striccoli su Le Terre Sotto Vento: in Thailandia i negoziati tra governo centrale e separatisti musulmani del BRN sono costantemente messi alla prova dalle violenze nelle province meridionali. La Malesia, un tempo accusata di aver contribuito alla crisi, è oggi una possibile protagonista della soluzione, avendo ospitato in giugno i colloqui di pace a Kuala Lumpur.

Per saperne di più della settimana internazionale, infine, vi invitiamo a leggere e a scaricare gratuitamente i Weekly Report di BloGlobal: http://www.bloglobal.net/bloglobal-weekly. Ogni settimana una lente d’ingrandimento sul mondo!

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