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Una settimana del mondo: gli esteri visti da NetWorld (8-14 settembre ’13)

Da Bloglobal @bloglobal_opi
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Ecco il quinto appuntamento di NetWorld (gruppo di siti indipendenti che fanno informazione, analisi e approfondimenti sulla politica estera). NetWorld si compone di realtà nate dal basso, capaci di crescere nel tempo con redazioni composte da giovani professionisti, dottorandi, ricercatori, giornalisti che non appartengono a grandi gruppi editoriali, che non ricevono finanziamenti pubblici e che sono del tutto no-profit. Tutti uniti, però, con lo scopo di offrire una visione più ampia possibile e non legata a finalità partitiche o di bandiera sui temi della politica internazionale. I siti che fanno parte di NetWorld sono attualmente BloGlobal-Osservatorio di Politica Internazionale, East Journal, l’Antidiplomatico, Cronache Internazionali, ArabPress, Asiablog e Le Terre sotto vento.

Settimana: 8 – 14 settembre 2013

Dopo una lunga pausa estiva, ritorna NetWorld: ricapitoliamo innanzitutto l’estate mediorientale grazie all’Antidiplomatico, che focalizza l’attenzione sui due scenari principali: Egitto e Siria. Se il G-20 di San Pietroburgo sembrava aver messo una pietra definitiva su una soluzione comune e diplomatica alla crisi siriana, e mentre già il Congresso USA si apprestava a votare la bozza di risoluzione con cui si approvava l’intervento armato, la possibile svolta è giunta inaspettata dalla Russia: Vladimir Putin ha proposto un piano internazionale per il controllo delle armi chimiche detenute dal regime di Assad, opzione accettata dalla stessa Damasco e – nonostante le iniziali perplessità – anche dagli Stati Uniti e dagli altri partner occidentali. Se a lungo si sta dibattendo sulle posizioni americane e russe, le cui diplomazie si stanno sfidando a colpi di editoriali sulle maggiori testate internazionali, più controverso è il ruolo di Israele, vicino più direttamente interessato all’evolversi del conflitto. Della posizione di Tel Aviv di fronte all’iniziativa russa ce ne parla Omar Bonetti su Arab Press, riportandoci un articolo del giornale libanese As-Safir. Israele resta ad ogni modo impegnata su più fronti e domani 15 settembre – a vent’anni dagli Accordi di Oslo – ospiterà il Segretario USA John Kerry per fare il punto sullo stato dei negoziati di pace con i Palestinesi ripartiti ufficialmente a Washington lo scorso 30 luglio. La strada verso una soluzione al più antico contenzioso della storia contemporanea resta quanto mai impervia, come spiega Giuseppe Dentice su BloGlobal.

Anche il Cremlino guarda con preoccupazione a ciò che accade lungo i propri confini: in Abkhazia – regione indipendentista dalla Georgia sotto la protezione di Mosca – è stato ucciso il primo segretario dell’Ambasciata russa, Dmitri Visherev. Sul significato e sui risvolti politici di questo omicidio ce ne parla Emanuele Cassano su East Journal. Certamente il problema delle identità nazionali dopo il dissolvimento dell’URSS è comune non solo alle Repubbliche caucasiche ma anche a quelle dell’Asia Centrale: è il caso dell’Uzbekistan, dove – come ci racconta Pietro Acquistapace su Asia blog – è attualmente in corso un importante giro di vite nei confronti degli oppositori politici per salvaguardare il regime dell’ottantenne autocrate Islam Karimov.

Spostando lo sguardo più ad est vi è un Paese che ha conosciuto un mese di agosto altrettanto tormentato: la Thailandia. Un’analisi di Pino Striccoli su le Terre sotto vento ci illustra come l’aumento di omicidi, bombe ed attacchi incendiari durante il mese santo del Ramadan hanno infranto le speranze di un cessate il fuoco dichiarato a Kuala Lumpur pochi mesi fa tra le forze di sicurezza thailandesi e gli insorti del Fronte Rivoluzionario Nazionale (BRN). Chi sicuramente guarderà con nuovi occhi il Sud-Est asiatico e tenterà di avvivare una nuova politica nei suoi confronti è l’Australia di Tony Abbott, uscito vincente dal confronto elettorale con il laburista Kevin Rudd: dopo una campagna elettorale giocata tutta sui temi dell’economia, dell’ambiente e dell’immigrazione – come ha argomentato Vincenza Lofino su BloGlobal –, si aspetta ora di sapere quali saranno le linee di politica estera del leader della Coalizione liberale.

Uno spazio, infine, all’Europa e in particolare alla Spagna, e non tanto per la notizia sul sorpasso dello spread nei confronti dell’Italia. L’11 settembre – festa nazionale della Catalogna – almeno 5000 persone sono scese in strada da Le Pertus (frontiera francese) fino a Vinaros (regione valenciana) invocando la secessione da Madrid. Una catena umana – come fa notare Alfredo Sasso su East Journal – volutamente ispirata alla “Via baltica” che nell’estate dell’89 riunì le capitali di Estonia, Lettonia e Lituania per manifestare a favore dell’indipendenza dall’URSS.

Ma ci sono anche altri 11 settembre: per la prima volta dopo 12 anni in questo giorno non si è ricordato solo l’attentato al World Trade Center di New York. Sono passati infatti 40 anni dal colpo di Stato in Cile, quando il governo del socialista cileno Salvador Allende veniva abbattuto dai colpi di artiglieria dei militari del generale Augusto Pinochet. Luca Boschini di Cronache Internazionali ripercorre gli eventi del 1973.

Per saperne di più della settimana internazionale, infine, vi invitiamo a leggere e a scaricare gratuitamente i Weekly Report di BloGlobal: http://www.bloglobal.net/bloglobal-weekly. Ogni settimana una lente d’ingrandimento sul mondo!

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