Una settimana di “Vergognamoci per lui” (66)

Creato il 26 marzo 2012 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

 

RAFFAELE GUARINIELLO 19/03/2012

L’uomo è un quarantacinquenne torinese, autotrasportatore, affetto da un glioblastoma, un tumore al cervello. A suo dire egli ha usato per lavoro il cellulare sette ore al giorno per vent’anni di seguito, senza avvalersi dell’auricolare o del vivavoce. La storia è drammatica, penosa, e un po’ grottesca. La scienza forse un giorno si prenderà la briga di dire una parola chiara sui pericoli dell’uso del cellulare, per evitare i quali, comunque, il buon senso dovrebbe essere più che sufficiente. Ma non ditelo al nostro procuratore, oramai temuto in tutto il mondo, che ha subito avviato un’inchiesta. Alla legge nulla deve sfuggire, neanche ciò che è sconosciuto! Che sia anche questa una mania, una malattia professionale? Che sia il caso d’aprire un’inchiesta sulle compulsioni di certi magistrati? Vedremo un giorno Guariniello Due indagare sullo strano caso di Guariniello Uno?

MARIO CATANIA 20/03/2012

Ogni tanto ci prova il ministro dell’Ambiente Corrado Clini a riportare sulla terra il dibattito sugli Ogm. E sempre mal gliene incoglie. Perché in effetti si tratta di una guerra di religione. E per questo il suo collega della politiche agricole l’ha stoppato subito con una frase dal sapore dogmatico: «Sono contrario all’uso di Ogm in agricoltura, l’Italia non ne sente assolutamente il bisogno». E che ne sa lui? Parla a nome del popolo? Quanti sono in Italia, ad esempio, gli allevamenti che vanno avanti a forza di mangimi Ogm, e che producono, ça va sans dire, eccellenze made in Italy, che nessuno boicotta? E se l’Italia non ne sente assolutamente il bisogno perché ne dovrebbe avere paura? Lasci decidere ai produttori e ai consumatori. Ci sono i fanatici del bio, che già è gente parecchio strana, perché non potrebbero esserci i fanatici degli Ogm? Il mondo è bello perché è vario; l’uomo ancor di più, quindi non ritengo affatto remota la possibilità. Magari gli Ogm sono una bischerata, ma magari sono una cannonata. E allora io dico che qui bisogna far valere un principio di precauzione, eh sì! O vogliamo far ridere il mondo ancora una volta alle spalle di quell’italiano sempre sciaguratamente propenso a dimostrarsi più furbo di tutti? Quel deficiente che sulle questioni di principio tende sempre a negoziare, magari sottobanco, e a trasformare invece in questioni di principio tutto ciò che sta nel campo del buon senso?

L’ESPRESSO 21/03/2012

Posso dirlo? Lo dico: l’avevo detto. Appena qualche giorno fa: “Essi [certi nostri magistrati antimafia] officiano un culto misterico sui misteri di stato che è la seconda religione del nostro paese dopo il cristianesimo di confessione cattolica. Essendo misteriosa è una fede che non ha paura di contraddirsi, perché sotto un mistero c’è sempre un altro provvidenziale mistero.” Ed ecco allora che nell’inchiesta della Procura di Palermo sulla «trattativa» tra «pezzi infedeli» dello stato e la mafia, a puntellarne l’enorme baraccone periodicamente smontato e rimontato, entra un altro mistero siciliano. Lo dice l’Espresso, papale papale: «mistero». Un «mistero» che ha dormicchiato per due decenni: l’attentato fallito contro Rino Germanà, un poliziotto che aveva lavorato per anni con Borsellino e da lui stimato, avvenuto due mesi dopo la morte del magistrato. «Alla luce delle nuove risultanze investigative» scrive l’Espresso, «il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e il sostituto Nino Di Matteo pochi giorni fa hanno interrogato Germanà.» Son sicuro che si aprirà uno «squarcio inquietante» sui retroscena delle stragi che insanguinarono l’Italia, non solo quelle del 1992, del 1993, ma anche le altre, da Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, e si scopriranno una marea di depistaggi, e si potrà ricominciare di nuovo a rinarrare la storia misteriosa dell’Italia Deviata, senza la quale un pezzo non deviato di paese si sentirebbe improvvisamente orfano, e senza bussola, e senza una missione.

MADONNA 22/03/2012

I gay pescati a professare apertamente il proprio orientamento sessuale in presenza di minori saranno multati. Lo ha deciso il parlamento di San Pietroburgo. Louise Veronica Ciccone ha preso la palla al balzo ed ha annunciato che si fionderà nell’ex Leningrado per “parlare a favore della comunità gay, per sostenerla e per dare forza ed ispirazione a tutti quelli che sono o si sentono oppressi”. La cosa mi ha fatto venire in mente una barzelletta anticomunista dei tempi di Ronnie. Un americano esalta le libertà del suo paese dicendo ad un russo: “Io, cittadino americano, posso andare a Washington, davanti alla Casa Bianca, e urlare «Abbasso Reagan!» E il russo gli risponde: “Anch’io! Anch’io, cittadino sovietico, posso andare a Mosca, sotto le mura del Cremlino, e urlare …«Abbasso Reagan!»” E già, anni ruggenti! Oggi invece questa Russia rammollita dista mille miglia dalla cara, vecchia, totalitaria Unione Sovietica. Con un po’ di accortezza, su certi temi, su certe piazze, l’eroismo è oramai a buon mercato, un vero affare. Ed ecco che arrivano gli speculatori.

GIANCARLO BREGANTINI 23/03/2012

Monsignor Bregantini, presidente della Commissione Lavoro, Giustizia e Pace della Cei, considera un grave errore lasciar fuori la CGIL dalla riforma del lavoro. Caro Monsignore, «sperare contro ogni speranza» è una gran bella cosa, ma non crede che anche S. Paolo ritenesse che fosse meglio riservare certe energie spirituali per le cose serie, piuttosto che per le barzellette? E’ la riforma del lavoro che non rientra nel campo d’azione della CGIL. Invece Monsignore vorrebbe che la questione non solo non fosse «chiusa», come ha detto – per farsi coraggio – Monti, l’uomo della Provvidenza, ma che fosse semplicemente «posta». Ora è il momento del dialogo, «nelle fabbriche, negli uffici, in Parlamento, nella società civile, ovunque perché il lavoro è il tema cruciale del nostro Paese». Insomma, la concertazione universale, nei secoli dei secoli, fino all’Apocalisse. E questi sono i giorni delle riforme; i giorni del «balzo in avanti» auspicato dal timoniere Napolitano; i giorni dell’emergenza e del «fare presto». A coronarli degnamente manca solo l’invito al governo a fare… a fare cosa? Ma «un passo indietro», signori!


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