Io adoro le storie di famiglie, che ci fanno calare tra quelle pareti domestiche che talvolta sono delle vere e proprie sbarre. Adoro le storie dove i rapporti familiari, dove gli amori tra madri e figli, dove i padri perdono tutto, dove le figlie e i figli si combattono per conquistare un po' di spazio al sole nell'affetto dei genitori.
Io adoro Anne Tyler, professionista del racconto intimo e del piccolo mondo domestico.
Ma questo libro è pizzoso, noioso, lungo come la fame e non porta da nessuna parte.
Intendiamoci, il libro è come sempre scritto meravigliosamente, ma le vicende di questa famiglia, intrecciate con la manutenzione edilizia, sono stantie e pericolosamente ammorbanti.
E poi dopo i due terzi del libro, e forse più, improvvisamente si fa una salto nel tempo coinvolgendo vicende e personaggi dei quali si può fare volentieri a meno.
Difenderò Anne Tyler fino alla tortura, ma non di certo questa opera loffia e un po' infingarda.
C'ho proprio poco da dire di più, e mi dispiace molto.
È un'occasione perduta per parlare dell'ennesima straordinaria fatica dell'autrice.