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Purtroppo quando ci viene a mancare un membro della propia famiglia, il dolore è immenso. Comprendo il suo dolore e tutto quello che posso fare per lui: è pubblicare le sue parole. Caro Josè ,ricorda solo una cosa..! Se tu lo amavi, il tuo rispetto verso di lui ti verrà restituito.
A Zara.
Quando sei arrivata,
eri un batuffolo di peli
arruffati e neri.
Non camminavi ma rotolavi,
la tua testa,più grande del corpo
ti sbilanciava,e,cadevi di colpo.
Ma il tuo musetto,
il tuo occhio furbetto,
in un baleno ci han conquistato.
Poi,sei cresciuta,
facevi dannare,
mangiavi le scarpe
bucavi i tappeti,
in quanto a sporcare poi,
tu,eri maestra.
Mangiavi di tutto,
l’ appetito?
non t’è mai mancato,mangiavi di tutto,
il pane,la frutta,la carne o minestra,
lo stomaco tuo?una macina in moto.
Ma,un giorno,distratto,
mi sei scappata e,
sotto una macchina ti sei piantata.
Quel giorno,ricordo,ho pianto a dirotto.
In bracio t’ho preso,enorme il tuo peso,
mi tremavan le gambe,
camminavo , correvo ,sudavo e piangevo,
tu,mi gurdavi ,soffrendo in silenzio.
Neanche un guaito,nemmeno un lamento.
Ti curammo,ti misero chiodi,bende e cemento.*
Finalmente guaristi.
Ma l’arto ferito,non reggeva il tuo peso.
Facevi fatica a salire le scale,
ogni gradino acuìva il tuo male,
soffrivi in silenzio.
A noi bastava che tu respirassi.
Poterti accarrezzare,
guardare quegli occhi,così umani e sinceri,
grattarti la pancia ,fregarti la testa,
ti sdraiavi per terra le gambe levate**
a te piaceva e per noi era festa.
Così ti ricordo dolcissima Zara,mia piccola Zazù.