Detto questo, molto più difficile è identificare la natura de Il segreto dei suoi occhi, tant'è, insieme, eccentrico e, insieme, convenzionale e prevedibile in certe soluzioni. Vi si racconta il tentativo di Benjamin, un impiegato in forza al tribunale di Buenos Aires, di veder chiaro in un omicidio di venticinque anni prima, usando come alibi la scrittura di un romanzo. Il film segue la scrittura del romanzo come una sceneggiatura incerta tra la realtà e ciò che questa è diventata nel frattempo.
Il segreto dei suoi occhi è un film molto "scritto". Intendo, certo, cerebrale, ma anche attentissimo alla calligrafia e all'intellegibilità, oltre che a uno spiccatissimo gusto per l'immagine: la tensione non scompone mai l'eleganza della composizione fotografica di Juan José Campanella, che spesso può essere di un modernissimo manierismo, ma non è mai banale. Perfino nella prevedibilità di certe sequenze, stupisce per un'improvvisa, umanissima asimmetria capace di condurre a sua volta la narrazione degli sguardi e delle storie.
Insieme, questi attori, calati con sapienza nel collante di un fortissimo "patetico", dànno vita a scene di forte tensione e ad altre che sembrano un capriccio sentimentale: è straordinaria la capacità di sprofondare in un esistenzialismo profondissimo e autentico, mai gratuito. Personaggi che, alla ricerca costante e ostinata di un assassino, si fermano a parlare con naturalezza e disinvoltura di quel che è stato e che non sarà mai, di memoria e di vita, d'amore e di passione Personaggi invecchiati e mai esibizionisti di saggezza, in cerca di quiete e non d'autore, raccolti intorno al loro mondo e capaci di difendersi nonostante la palese impotenza contro cui combattono, anime in attesa di quel che sarà con la dolce speranza che sarà qualcosa di diverso e di bello a cui tenere la porta aperta, ma capaci di chiuderla dietro le spalle quando la felicità è venuta finalmente ad albergare al loro fianco.