Una strage in inglese con munizioni offerte dalle lobby

Creato il 15 dicembre 2012 da Albertocapece

Ci risiamo, un’altra mattanza in una scuola americana realizzata da un ventenne con le pistole di mammà. Ci sono tonnellate di cronache sulla vicenda e quintali di considerazioni su l’assurdità della libera vendita di armi e munizioni, quindi non ho bisogno di aggiungere nulla a ciò viene dettoin queste ore  e che peraltro è stato detto infine volte. Qui mi interessa riflettere sulle leggi scritte male, sull’inglese e sulla forza delle lobby: un fenomeno che per altri versi ci riguarda da vicino perché anche da noi spesso gli interessi economici e non si servono di una legislazione vaga, contraddittoria e ambigua  per fare la parte del leone. Vedi Ilva.

Com’è noto la libertà di possedere armi in Usa deriva dal secondo emendamento alla Costituzione, il quale lo sancirebbe per l’eternità. Tuttavia il condizionale ci vuole proprio perché in realtà un po’ per le caratteristiche intrinseche della lingua inglese (come di quelle germaniche in genere) che lascia adito a qualche ambiguità di fondo senza un preciso contesto, un po’ per il tempo che è passato e che richiede un’ accurata interpretazione di ciò che effettivamente intendevano i padri costituenti, ci sono parecchie incertezze, almeno apparenti. E dentro queste viene calata la spada di Brenno delle potenti lobby delle armi che da 150 anni combattono strenuamente perché l’interpretazione sia favorevole ai loro affari. E certo con la montagna di soldi insanguinati di cui dispongono non hanno eccessive difficoltà a sedurre chiunque.

Il testo dell’emendamento è questo: « A well regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed. » La traduzione è abbastanza semplice: Siccome una milizia ben regolamentata è necessaria alla sicurezza dello Stato, non può essere infranto il diritto (dei cittadini, del popolo, degli abitanti?) di detenere e portare armi. Ora che senso ha  quel people che ha i più svariati significati tra i quali quelli che ho messo tra parentesi? Indica i singoli cittadini o vuol dire popolo oppure abitanti il che rimanderebbe la questione non a un diritto puramente  privato, ma a qualcosa di comune e di organizzato dallo Stato? Qualcosa che riguarda la dimensione collettiva?

Nel 2008 la corte suprema ha deciso di interpretarla come libertà per chiunque nell’ambito di un uso privato, ultima di tutta una lunghissima serie di oscillazioni ermeneutiche. Ma è del tutto evidente che il riferimento stretto alla milizia per la sicurezza dello stato e il  fatto che all’epoca in cui fu scritto l’emendamento le milizie erano intese come forze dove ognuno si arrangiava portando ciò che poteva, dal momento che non esisteva un organizzazione tale da poter fornire armi a tutti,  anzi in un certo senso non era ancora stata concepita, non lascerebbe dubbi sul fatto che la libertà di possedere armi e di usarle sia riferito a un uso pubblico. Nel momento però in cui viene a decadere la necessità della milizia perché la difesa viene garantita ed esercitata da corpi appositamente creati, dovrebbe anche decadere la libertà assoluta di detenere armi in proprio se non per specifiche necessità.   E mi pare che la corsa all’Ovest, dove potevano ancora esistere situazioni di fluidità, sia finita da un bel pezzo, hollywood a parte.

E’ quasi impossibile pensare che un’interpretazione seriamente diversa da questa non derivi da forti pressioni psicologiche e mediatiche esercitate per molti decenni dalle lobby delle armi, creando una cultura che si è via via stratificata fino a divenire così ovvia a da contraddire il quasi ovvio dell’emendamento, anche agli occhi di raffinati giuristi. Che spesso però amano le cose raffinate, a volte un po’ troppo.


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