Se c'è una cosa che continua a sorprendermi di certi personaggi è l'assoluta mancanza di pudore. Ma forse non è mancanza di pudore, ma più semplicemente uno smarrimento totale di alcuni concetti fondamentali, che così sono pronti per essere plasmati e rigirati a proprio piacimento. In questo senso è emblematico il comportamento di Claudio Tanzi, dirigente scolastico dell'istituto Cairoli di Pavia. Costui infatti, in virtù di un'idea molto personale di "libertà", non ha provato alcun imbarazzo nell'indirizzare a tutti i presidi delle scuole superiori della provincia pavese un invito a votare Vittorio Poma alle prossime elezioni provinciali, per mantenere "sinergie che sarebbe un peccato non continuare e rafforzare". Il problema non sta nell'appartenenza di Vittorio Poma al centrodestra - anche se in queste elezioni corre da solo, in conflitto con Pdl e Lega che presentano un proprio candidato, Ruggero Invernizzi - ma nell'utilizzo da parte di Tanzi della carta intestata dell'istituto. A chi solleva perplessità riguardo a questo punto Tanzi risponde che "ci sono scuole in cui si dichiara che Berlusconi è un delinquente", e che d'altra parte "siamo in un paese dove per fortuna c'è ancora la libertà". Proprio così, libertà. Nessun problema nel conferire ad un'opinione politica personale lo status di direttiva, come a voler dire che l'intero istituto Cairoli è a favore della rielezione di Poma. Nessun tentennamento di fronte a un gesto che rappresenta non un'espressione di libertà, ma la sua negazione. Perché libertà è confronto, dibattito, libera espressione di tutte le opinioni. È questo che dovrebbe accadere in una scuola. Non ha pensato, signor Tanzi, di chiedere l'opinione dei professori e degli studenti, riguardo a questo gesto a suo dire così trasparente e normale? Davvero non ha avuto un minimo di ritegno?
Chissà, forse queste sono parole inutili. Se uno si sente a posto con la coscienza è difficile fargli aprire gli occhi. Ma sono questi gesti a segnare il livello di degrado a cui siamo arrivati. Perché c'è da chiedersi cosa possano imparare gli studenti in una scuola pubblica guidata da un signore così confuso riguardo ai concetti fondamentali. C'è da chiedersi quanta ingenuità ci sia sotto a questi gesti, e se invece il grado di premeditazione sia molto più elevato. Se così fosse, un altro passo al di fuori della democrazia sarebbe stato compiuto. E chissà quale potrà essere il prossimo: forse una direttiva ministeriale che con gentilezza suggerisce agli studenti e ai loro genitori chi votare alle prossime elezioni?
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