Fossi Vendola e Di Pietro cercherei,fin da ora, di stringere un alleanza diversa coinvolgendo Ferrero ed altre forze radicali che viaggiano sparse. Costruire una unità e leadership per la costruzione di una vera sinistra di governo ed alternativa al devastante progetto neocentrista funzionale alle logiche finanziarie e dei poteri forti di cui il Pd si appresta a candidarsi, comenuovo rappresentante, sostituendo il pdl allo sfascio.Gli Italiani hanno capito quel che ci stanno preparando? Spero di si altrimenti ci aspettano altri 10 anni di lacrime e sangue. In assenza di movimenti coordinati dal basso ,organizzazionee progetti e programmi comuni sono Sel ed Idv oggi che,a mio parere, dovrebbero coordinare e guidare il processo di unificazione,dando voce e speranze alla protesta forte ma silenziosa e disperata di tanti Italiani alle prese con il quotidiano sopravvivere. Se lo faranno e saranno convincenti potrebbero accelerare enormementeil travaso dei voti di sinistra verso il progetto stesso. Il pd si spaccherebbe e la parte migliore della balena rosa confluire nel progetto lasciando alle caste l’alleanza col terzo polo. Non è affatto detto che, dopo aver assaggiato le altre nefaste ricette del governo Monti, in Italia, per la prima volta, non possa vincere egovernare una sinistra autentica. Gli esiti a sorpresa di Milano e Napoli incoraggiano.Dipenderà molto da Vendola e Di Pietro ma anche da noi. Con buona pace del Direttore, l’ultimo grande totem rimasto in piedi, potrebbe allora riacquistare la forza delle origini e generarne almeno altri tre : quello della democrazia violata ritrovata , della cultura ed informazione libera smarrita, quella della giustizia sociale da ricostruire. Forse allora non udremo più il chiacchiericcio insopportabile e supponente di Ichino-Fornero e Marcegaglia ripetere in perfetta significativa sintonia, in tv e sui giornali asserviti e monocordi che “i 40 anni non sono un tabù..che i licenziamenti non sono un tabù “. Potra’ persino capitare che i voucumprà della rete che si lamentano sui blog ma non agiscono, escano dalle poltrone accanto al pc per tornare con rinnovate speranze a vivere nel reale ed a costruirequalcosa di bello e di nuovo, diverso magari da quello che una generazione, come la mia, sognò negli anni 70-80, ma con la stessa determinazione emagari un po’ piu’ di attenzione di allora .… muore ogni giorno lentamente chi smette di sognare..
Fossi Vendola e Di Pietro cercherei,fin da ora, di stringere un alleanza diversa coinvolgendo Ferrero ed altre forze radicali che viaggiano sparse. Costruire una unità e leadership per la costruzione di una vera sinistra di governo ed alternativa al devastante progetto neocentrista funzionale alle logiche finanziarie e dei poteri forti di cui il Pd si appresta a candidarsi, comenuovo rappresentante, sostituendo il pdl allo sfascio.Gli Italiani hanno capito quel che ci stanno preparando? Spero di si altrimenti ci aspettano altri 10 anni di lacrime e sangue. In assenza di movimenti coordinati dal basso ,organizzazionee progetti e programmi comuni sono Sel ed Idv oggi che,a mio parere, dovrebbero coordinare e guidare il processo di unificazione,dando voce e speranze alla protesta forte ma silenziosa e disperata di tanti Italiani alle prese con il quotidiano sopravvivere. Se lo faranno e saranno convincenti potrebbero accelerare enormementeil travaso dei voti di sinistra verso il progetto stesso. Il pd si spaccherebbe e la parte migliore della balena rosa confluire nel progetto lasciando alle caste l’alleanza col terzo polo. Non è affatto detto che, dopo aver assaggiato le altre nefaste ricette del governo Monti, in Italia, per la prima volta, non possa vincere egovernare una sinistra autentica. Gli esiti a sorpresa di Milano e Napoli incoraggiano.Dipenderà molto da Vendola e Di Pietro ma anche da noi. Con buona pace del Direttore, l’ultimo grande totem rimasto in piedi, potrebbe allora riacquistare la forza delle origini e generarne almeno altri tre : quello della democrazia violata ritrovata , della cultura ed informazione libera smarrita, quella della giustizia sociale da ricostruire. Forse allora non udremo più il chiacchiericcio insopportabile e supponente di Ichino-Fornero e Marcegaglia ripetere in perfetta significativa sintonia, in tv e sui giornali asserviti e monocordi che “i 40 anni non sono un tabù..che i licenziamenti non sono un tabù “. Potra’ persino capitare che i voucumprà della rete che si lamentano sui blog ma non agiscono, escano dalle poltrone accanto al pc per tornare con rinnovate speranze a vivere nel reale ed a costruirequalcosa di bello e di nuovo, diverso magari da quello che una generazione, come la mia, sognò negli anni 70-80, ma con la stessa determinazione emagari un po’ piu’ di attenzione di allora .… muore ogni giorno lentamente chi smette di sognare..
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