La prima tappa del favoloso viaggio nei Balcani è stata l’Albania. Avrei potuto cominciare in qualsiasi punto dei Balcani, ma ho cominciato da lì proprio per confrontarmi con quelli che sono i luoghi comuni, gli stereotipi e le idee preconcette spesso legate a questa terra e alle sue popolazioni.
L’inizio non è stato dei più felici. Il traghetto della Ventouris Ferries, che in principio doveva portarci da Bari a Durres in 8 ore, è partito con 4 ore di ritardo, facendoci arrivare a Tirana quasi alle 2:00 del mattino anziché alle 21:00, come previsto. In più, la traversata è stata piuttosto spiacevole per la quantità di gente che era stata imbarcata (credo che superasse il numero legale di passeggeri a bordo: sì, Agosto è il clou delle partenze, però ciò che ho visto su quel ferry era da denuncia). Se mai doveste viaggiare con questa compagnia, vi suggerisco di prendere una cabina, anche se la traversata è breve. Meglio starsene tranquilli nella propria intimità che rischiare di non avere dove sedersi, né in coperta né sul ponte.
Un po’ di stress, tanta stanchezza ma arriviamo a Tirana.
Le città del Blocco Sovietico si somigliano tutte, per lo meno nella struttura. Grandi viali -o Boulevard, come li chiamano- che convergono nel centro urbano, infrastrutture un po’ antiquate ma funzionanti e i grandi contrasti tra quella che si denomina architettura comunista -grandi palazzoni in cemento, grigi e con solo il minimo indispensabile di colore- e i grattacieli di ultima generazione con vetri oscurati che riflettono il paesaggio antistante i loro grandi occhi specchiati.
La seconda tappa in Albania è stata Butrinto. Anticamente era conosciuta come Buthrotum, e dai tempi Ellenistici fino all’epoca Ottomana fu un porto e un punto strategico di grande importanza. La città sorge in una laguna comunicante con lo stretto di Corfù ed è probabilmente uno dei siti archeologici più belli che si affaccia sul mare Adriatico.
Viaggiare in Albania con la macchina non è un problema se si è muniti di cartina stradale. Rifuggite il navigatore: il maledetto ci ha portato per la strada costiera che, sì è bellissima, ma ci ha fatto tardare 5 ore sulla tabella di marcia. Non tutte le strade sono asfaltate: è l’unico posto dove abbiamo trovato l’asfalto a chiazze, ossia 100 metri di asfalto e 100 metri di pietrisco a tratti alternati. Bisogna andare cauti perché anche se siete in autostrada le corsie non sono complete (è tutto ancora under construction) ed è possibile che attraversino pedoni, animali, carri e trattori.
In generale, la gente è disponibile e sorridente.
Il cibo è squisito, sia di terra che di mare, ma soprattutto i pomodori. In Albania ho mangiato i pomodori più buoni della mia vita! Sono deliziosi. Non ho fatto vacanze di mare perché ho preferito visitare le città interne, ma la costa albanese è bella, forse un po’ troppo urbanizzata, come Marbella, in Spagna, ma con un mare fantastico. E i prezzi sono ridicoli. Quindi se volete un viaggetto low cost fuori porta, pensateci… in bassa stagione deve essere un paradiso.
Un abbraccio,
Valigia Blu