Se ne Il mio vicino Totoro l'elemento fantastico, magico e sognante è predominante e determina in maniera decisa la cifra stilistica dell'intero lungometraggio, Una tomba per le lucciole vive di un crudo realismo, di dolore, morte e assenza di speranza. E' l'immane tragedia della guerra il fulcro della vicenda narrata nel film di Takahata, una tragedia radicata nella cultura del popolo giapponese come in pochi altri.
Sicuramente due film diversi con un pubblico di riferimento differente. La visione di Una tomba per le lucciole mi sembra inadatta a un pubblico di bambini, per temi trattati e per immagini proposte.
Seita e la piccola Setsuko sono fratello e sorella, vivono con la madre a Kobe, città giapponese presa d'assalto da un massiccio bombardamento da parte dell'aviazione statunitense. I drammi che i due ragazzini dovranno affrontare sono innumerevoli, dalla lontananza del padre in servizio con la marina giapponese alla terribile morte della madre a causa dei bombardamenti, dalla distruzione della loro casa allo scarso affetto di parenti privi di amore e non intenzionati ad accollarsi il loro mantenimento.
Oltre alla sofferenza della piccola e tenera Setsuko, Seita dovrà farsi carico della gestione di tutti i bisogni primari, suoi e della sorellina. Cibo, acqua, un tetto dove dormire diventano sfide quasi impossibili da vincere. E poi la morte che accompagna lo spettatore fin dalla sequenza d'apertura del film.
Un film d'animazione duro ma vero e sincero tratto dal libro in parte autobiografico dello scrittore Akiyuki Nosaka. Anche l'animazione si differenzia molto per colori e atmosfere da molta della produzione di Miyazaki, le aperture di luci, i cieli e le distese d'acqua qui lasciano il posto ai toni cupi delle macerie e della distruzione, delle bombe e del fuoco. Nonostante la continua sofferenza che pervade la pellicola è innegabile che questa sia l'ennesimo riuscitissimo e toccante lavoro di uno studio capace di sfornare meraviglie a ciclo continuo. Da vedere assolutamente.
Rimangono accese le luci delle lucciole e quella grande e immensa che riescono a far scaturire in maniera così naturale i bambini troppo spesso vittime degli orrori creati da noi adulti.