Una trave e l'equilibrio

Da Contofinoa3
Il mio momento professionale, se così si può dire, non è favorevole... Da quando ho avuto i figli, la mia carriera è in picchiata... verso il basso! E dire che le donne, grazie alla maternità, diventano enormemente efficienti (provate a girarvi e chiedere a una donna-mamma accanto a voi quante faccende legate ai figli, alla casa, al marito, al lavoro ecc... ha gestito nella trascorsa giornata). Il mio piccolo e sfigato blog non viene neanche citato, insieme a svariati altri siti, come blog di mamme di gemelli... Mai una piccola citazione, da nessuna parte... Insomma: in questo periodo ci ho la sindrome del brutto anatroccolo! Ho un contratto a tempo indeterminato e il mio stipendio, drammaticamente, è indispensabile per le economie domestiche. Lo so, il contratto è una manna dal cielo. So che è una gran fortuna; solitamente nel mio ruolo e profilo professionale si è abituati a sentire parlare in un italiano abbozzato. Nessuno si stupisce se un assistente tecnico della pubblica amministrazione non coniuga correttamente i verbi... La mia splendida carriera all'interno della scuola è stata a volte intervallata da incarichi come docente... Ho partecipato, nel ruolo da tecnico, a progetti e attività non connesse al mio profilo, per così dire... Lavori poco remunerati, se non gratuiti, molto gratificanti; lavori progettuali. Perché alla fine questo lo so fare bene e questo mi piace, tantissimo: progettare. Progettare una vita familiare, progettare una attività di formazione, progettare una immagine, progettare contenuti di un blog... Progettare...


Da quando ho tanti figli sono poco affidabile (dicono, con affetto) e lentamente sono uscita dal giro. Da quando ho tanti figli non posso più lavorare senza un guadagno. Lavorare mi è sempre piaciuto tantissimo; all'università lavoravo e se avevo poche cose da fare, inventavo altri lavori (disegnare le vetrine, tingere la carta a mano...). Poi, a un certo punto della vita, incontro un uomo con cui voler condividere le cose di tutti i giorni. Lui ha un figlio e qualche anno in più. Le scelte che ne conseguono sono basate sulle priorità di entrambi. Il lavoro è nella mia testa, è una potenzialità che nel tempo fermenta e lievita, grazie anche all'età e alle esperienze maturate.  La mia capacità di produrre servizi-qualità-creatività-progettualità non diventano obsolete come certe competenze informatiche... Il "momento giusto" arriverà... Il mio corpo, invece, ha dei tempi, e così anche l'equilibrio nei rapporti tra adulti e bambini... Decidiamo di avere dei figli... E abbiamo lottato. Se la testa e il corpo sono invasi da quattro figli di cui tre nati contemporaneamente, poco resta da mettere in campo.
Da qualche settimana stanno emergendo ricordi, desideri e stimoli passati che muovono la mia testa in avanti... Ho tantissima nostalgia del lavoro di gruppo, ho nostalgia di un certo tipo di docenza, ho nostalgia di "cose più elevate"... Non sono capace di esprimere in altro modo... Faccio un esempio: stamattina sono accorsa in aiuto di quattro allievi di prima per quattro volte  in un'ora perché "si spengono da soli i computer"... si spengono perché si divertono a staccare a metà le prese della corrente; alla prima vibrazione, ko. Ieri... Ho dovuto rintracciare due ragazzini per chiedere di venire a ripulire due monitor precedentemente usati come bersaglio delle loro palline insalivate... Non male, vero?
Un insegnante da poco ha mostrato a una dozzina di ragazzini di un terza superiore uno schema statico... Avete presente quando scappa uno starnuto... quando proprio non ce la potete fare a stare zitti? Bene, Giancarlo, il docente, parla della forza centrata e perpendicolare su una trave... E aggiunge: "Voi siete grafici e fotografi... tutto sommato questo discorso potrebbe anche non interessarvi....". Ma come... non interessa il concetto di equilibrio e di staticità? Madddaiiiiiiiiiiiiiiiii..... Esco, dall'angolino defilato in cui sto appollaiata e, piena di entusiasmo, intervengo... E propongo ai ragazzi un parallelo tra questa trave e una fotografia da comporre...  Regola dei terzi, equilibri, manifesti da progettare... cosa accade se sulla trave si sposta il peso? Insomma... robe che aprono la mente di chi fa comunicazione... Qualcuno si è nascosto dietro al monitor del pc perché gli veniva da ridere; non un cenno, uno stimolo per proseguire nei ragionamenti in modo collettivo e partecipato. E, dopo poche ore, l'insegnante ripete alla classe successiva: "Voi siete grafici e fotografi... tutto sommato questo discorso potrebbe anche non interessarvi...."