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Una vignetta del quotidiano "The Star" esemplifica bene le intenzioni del governo keniano dopo Garissa

Creato il 14 aprile 2015 da Marianna06

 

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Da un lato lo scarpone di un militante di Al Shabaab, da un altro quello del vice-presidente keniano William Ruto: con una vignetta il quotidiano The Star descrive così oggi la difficile posizione dei rifugiati somali del campo di Dadaab, che il governo sostiene di voler chiudere per impedire nuove stragi dopo Garissa.

Tra tende e baracche, a circa un’ora di automobile dall’università dove il 2 aprile un commando di Al Shabaab ha ucciso 142 studenti, vivono circa 500.000 persone. L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), l’agenzia che gestisce il campo, ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna comunicazione formale dal governo keniano. Per ora, dunque, le parole di Ruto non si sarebbero tradotte in provvedimenti concreti. “Il Kenya cambierà dopo Garissa come gli Stati Uniti sono cambiati dopo l’11 settembre” aveva detto il vice-presidente, imputato presso la Corte penale internazionale per le sue responsabilità nelle stragi post-elettorali del 2008.

Al Shabaab, il gruppo somalo responsabile della strage di Garissa, è stato accusato più volte di reclutare sostenitori a Dadaab. Quanto al governo di Nairobi, ha già adottato una serie di misure tese a rafforzare la sicurezza che rischiano però di colpire la comunità somala in modo indiscriminato. Tra queste la revoca delle licenze a 13 società che operano nel settore delle rimesse, essenziali perché migliaia di persone possano far fronte ai propri bisogni di base.(Fonte MISNA)

 

                    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

     Nella foto in alto l'immagine del campo profughi di Dadaab in Kenya


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