Cari mamma e papà,
un sabato mattina come tanti .Come sempre una certa malinconia mi pervade.Non sono i ricordi che mi rendono triste.
Se fosse cosi’ sarebbe abbastanza normale.
Ma non è cosi’.
E’ questa nuova società in cui siamo costretti a convivere che mi rattrista profondamente.
Come persona , ma sopratutto come donna.
Una vita che ci sta avvicinando sempre piu’ alla violenza mentre tanti predicano di solidarietà, bontà ,amore.
Allora rifletto su quale margine di credibilità dobbiamo ormai dare alle parole quando pero’ nella vita reale dobbiamo avere paura persino di camminare per strada.
Scrivere qui per me è importante.Vorrei continuare, perchè qui riscopro me stessa.
Ma non si puo’ pensare ad una vita rinchiusa in un blog.Espressa in parole e non in fatti.
E neppure pensare ad una vita al vetriolo ,dove camminare per trada vuol dire anche imbattersi in un pazzo che con un piccone comincia a dare colpi a passanti inermi
che subiscono senza neppure potersi difendere.Probabilmente un giovane di diciannove anni è molto grave,forse morto.
Oppure essere sfregiate dall’acido solforico da anonimi che in motorino ti passano accanto e ti deturpano il volto.
http://giustizia-quotidiana.blogspot.it/2010/09/bangladesh-le-donne-sfregiate-con-l.html
Nessuno riesce a dare un vero significato a questi atti.Pazzia, terrorismo,mancanza di valori,povertà,odio.
C’è forse un veleno strisciante che sta prendendo il sopravvento?
Io credo che purtroppo ci sia stato un grave errore di valutazione in coloro che nell’ultimo decennio hanno inneggiato alla globalizzazione.
Siamo tutti uguali? Io non credo.
Credo si debbano rivedere profondamente certe esibizioni di buonismo da parte di certe politiche e anche da parte della Chiesa.
Se fossimo ancora in tempo per cambiare le cose non sarei cosi’ triste.
Ma credo che il serpente scrisciante delle parole che hanno avvelenato la nostra società abbia preso il sopravvento.
Amore, bontà ,solidarietà hanno perso il loro significato.
Sono utopia pura.
La realtà è il vetriolo, il piccone, l’odio,l’incomunicabilità tra persone e storie che sono troppo diverse per convivere.
E queste diversità si vedono ormai e sono sotto i nostri occhi,confermate dalla cronaca di tutti i giorni.
Cosa aspettiamo per fare qualcosa di concreto senza perderci piu’ in parole ?
Vorrei pero’ concludere con un pensiero leggero.
Oggi si è aperto il mio primo fiore di gardenia. Peccato non possiate sentirne il profumo.
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