"Si dice di un successo che reca più danni che vantaggi, effimero, presupposto di una immancabile e definitiva sconfitta."
Quest'espressione si riferisce ad un preciso avvenimento storico. Pirro, re dell'Epiro, riuscì a battere i Romani a Eraclea e ad Ascoli Satriano, nel 280 e 279 a.C., ma ad un prezzo così alto da indurlo ad abbandonare l'impresa.Molti giornalisti o presunti tali in questi mesi e secondo me anche nei prossimi hanno usato e useranno quest'espressione senza conoscerne a fondo il significato. Tralasciando questa critica velata mi sembra utile postarlo su questo blog ( o presunto tale ) per non dimenticare mai il significato ed evitare di usarla in modo improprio.Wikipedia riporta:
Una vittoria di Pirro o vittoria pirrica è una battaglia vinta a un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto per cui la stessa scelta di scendere in battaglia, seppur vittoriosi, conduce alla sconfitta finale. L'espressione si riferisce a re Pirro dell'Epiro, che sconfisse i Romani a Eraclea e Ascoli Satriano rispettivamente nel 280 a.C. e nel 279 a.C., ma sostenendo perdite così alte da essere in ultima analisi incolmabili, e condannando il proprio esercito a perdere la guerra pirrica.
Secondo il resoconto dello storico Paolo Orosio (IV.1, 15) la frase (che sarebbe stata pronunciata dopo la battaglia di Eraclea) suonava "Un'altra vittoria come questa e me ne torno in Epiro senza più nemmeno un soldato"[1].
Anche se è di norma associata a una battaglia militare, il termine è per analogia utile negli affari, nella politica, nella giurisprudenza o nello sport per descrivere una lotta dove il vincitore ne esca sostanzialmente male.
Mi raccomando usare con moderazione!!!