Attenzione perché il giochetto sono passati X anni da questo o quel disco porta a conclusioni tragiche, diminuisce l’autostima e genera vertigini. Misurare il tempo sui solchi dei vinili come si fa con i tronchi degli alberi induce una sindrome da disorientamento che è facile da provare sulla vostra pelle: pensate alla storia con le sue ricorrenze e gli anniversari, o anche solo al valore che aumenta con il tempo in un mobile di antiquariato, e poi pensate a tre o quattro minuti di musica registrata – lasciate perdere il supporto – che suonano allo stesso modo oggi come ieri come cinque anni fa o come nel secolo scorso. Tutto questo perché poco fa mi è capitato di vedere in tv uno spot della Nissan Qashqai o come diavolo si chiama, con la colonna sonora di “Right here, right now” di Fatboy Slim. Ora, correggetemi se sbaglio, ma “You’ve Come a Long Way, Baby” è uscito nel 1998, con tutti i suoi super singoli da “Gangster Tripping” a “The Rockafeller Skank” e “Praise you”. Sono quindi sedici anni, che è un bel periodo, e anche se evitiamo i luoghi comuni della musica sempre attuale e che è un album che come quello non ne hanno più fatti e non ci sono più i producer di una volta e il big beat è molto meglio dell’elettronica che c’è in giro oggi, bene. Vi sfido a provare il contrario.
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